Fiat, Romiti bacchetta Marchionne: “Grave errore dividere il sindacato”

“E’ un errore grave dividere il sindacato”. E’ il pensiero di Cesare Romiti, che si esprime, quindi, in maniera decisamente chiara in riferimento all’operato dell’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, nell’ambito della questione relativa alla vicenda dello stabilimento torinese di Mirafiori.

Romiti, già amministratore delegato e presidente Fiat per ben 25 anni (dal ’74 al ’98), in un’intervista rilasciata a Left, domani in edicola, ricorda quanto avvenne nella vertenza del 1980, caratterizzata da un duro scontro tra la dirigenza del Lingotto e i sindacati. “La differenza è abissale”, afferma. “Allora il sindacato come capi aveva Lama, Carniti, Benvenuto, Bertinotti, persone di grandissimo valore con le quali gli scontri, anche miei personali, erano frequentissimi. Io però – ci tiene a precisare – anche nei momenti più caldi, appunto alla fine degli anni ’70 e poi nell’80 con la marcia dei 40mila, ho sempre parlato con tutti quanti. Non ho mai cercato di dividere il sindacato, a parte che loro non me lo avrebbero consentito. Il sindacato escluso – aggiunge – poi nella fabbrica crea una valanga di problemi”.

A parere di Romiti, ai tempi senza dubbio il dirigente d’azienda più importante del Paese, gli errori della strategia Fiat non finiscono qua. “All’epoca – prosegue – c’era la voglia forte di salvare l’azienda, di difenderla. Oggi quest’amore lo abbiamo fatto perdere, anche nei dipendenti. La questione è diventata semplicemente lavorare per guadagnare. Non si è più in grado di ridare l’orgoglio al dipendente, di lavorare per quell’azienda”.

L’ex ad Fiat ne ha infine anche per il nuovo capitalismo italiano. “In 25 anni – attacca ancora – tante volte Gianni Agnelli mi ha detto: ‘Perché non prende delle azioni Fiat?’. Io ho sempre risposto no. Non ho voluto e non ho mai avuto niente. Ecco, secondo me,- conclude – questa voglia di voler premiare a tutti i costi coloro i quali si occupano di aziende, soprattutto nel breve periodo, ha prodotto un grave sconquasso”.

Mauro Sedda