Sciopero generale metalmeccanici: il centrosinistra umbro è con la Fiom

La Fiom Cgil dell’Umbria incassa il pieno appoggio delle forze politiche del centrosinistra regionale. Seppure con sfumature, anche evidenti, il giudizio è sostanzialmente unanime: lo sciopero generale della Fiom del prossimo 28 gennaio (manifestazione regionale a Perugia, davanti alla concessionaria Fiat di via Piccolpasso alle ore 10.00), è giusto e va appoggiato perché in gioco ci sono valori fondamentali, come il rispetto della Democrazia nei luoghi di lavoro.

All’incontro tra il sindacato e le forze politiche, che si è tenuto martedì 18 gennaio presso la sala Conti della Cgil regionale, erano presenti la Fiom di Terni e quella di Perugia insieme al segretario generale della Cgil dell’Umbria, Mario Bravi e i rappresentanti di Pd (Antonello Chianella), Sinistra Critica (Luigino Ciotti e Lamberto Salvatori), Rifondazione Comunista (Luciano Della Vecchia, Enrico Flamini ed Emiliano Pampanelli), Sel (Luigi Bori e Fabio Faina) e Idv (Stelvio Zecca).

“Siamo qui per chiedere ai partiti del centrosinistra – hanno spiegato i rappresentanti delle tute blu – di contribuire ad alimentare il dibattito su quello che è successo a Mirafiori e più in generale sul modello Marchionne e sulle conseguenze che esso comporta. Perché deve essere chiaro che quella che stiamo portando avanti come Fiom e come Cgil è una battaglia per la Democrazia che riguarda tutti, non soltanto chi sta in catena di montaggio”.

“E in questa battaglia la Cgil e la Fiom sono fianco a fianco e hanno lo stesso punto di vista e lo stesso obiettivo – ha affermato Mario Bravi, segretario generale Cgil – perché pensiamo sia necessario garantire i diritti di libertà dei lavoratori. Proprio per questo – ha proseguito Bravi – la Cgil sabato scorso ha deciso di proporre una legge di iniziativa popolare sulla Democrazia e la rappresentanza nei luoghi di lavoro, perché l’attacco a Marchionne è un attacco ai diritti di tutti e le forze politiche di centrosinistra dovrebbero mettere questo problema al primo posto della loro agenda politica”.

Poi la parola è andata ai partiti. “Sinistra ecologia e libertà è schierata al fianco dei lavoratori e sarà in piazza con la Fiom il prossimo 28 gennaio – ha affermato Luigi Bori, coordinatore regionale di Sel – e questo perché riconosciamo nella lotta dei metalmeccanici una lotta a difesa dei diritti di tutto il mondo del lavoro, contro l’arroganza di Marchionne che di fatto in questi mesi ha dimostrato di essere in grado di sostituirsi completamente al Governo, del tutto assente”.

“Nei giorni prima del referendum si diceva in giro che la Fiom era isolata, che si stava chiudendo in vicolo cieco – ha osservato Luciano Della Vecchia, della segreteria regionale del Prc – invece il risultato di Mirafiori dimostra come sia la politica ad essere sola e che al contrario una grossa fetta del Paese ha capito l’importanza della battaglia in atto. Su questo credo che tutti dovremo ora riflettere”, ha aggiunto annunciando la convinta adesione del Prc allo sciopero generale della Fiom.

Anche Sinistra Critica dà il suo pieno appoggio allo sciopero generale, auspicando che l’appuntamento del 28 possa diventare “il primo atto di uno sciopero generalizzato in cui si affermi l’unità di classe, capace di bloccare il paese e di sconfiggere Berlusconi, Marchionne, la Confindustria, i sindacati complici e tutti coloro che sostengono le politiche di austerità e di massacro sociale”.

Per l’Idv “i temi fondamentali del diritto allo sciopero e di quello alla rappresentanza sindacale, messi in discussione dal modello Marchionne, impongono una adesione convinta alla mobilitazione dei metalmeccanici Cgil. Per questo – ha chiarito Stelvio Zecca consigliere comunale di Perugia – il 28 saremo al fianco della Fiom”.

Infine, per il Pd è intervenuto Antonello Chianella, responsabile dell’organizzazione della segreteria regionale del partito: “E’ arrivato il momento di tornare a parlare di diritti, di salari e di come si sta nei luoghi di lavoro – ha affermato – perché questo significa parlare di qualità del lavoro e non solo di precarietà, di rinuncia a diritti e salario per competere. Anche per questi motivi, inviterò il Partito Democratico dell’Umbria ad aderire allo sciopero del 28 gennaio”.

Mauro Sedda