Serie A, caso Ranocchia: e se fosse successo al Genoa?

Ieri sera nel recupero della gara tra Inter e Cesena, la squadra di Leonardo, su indicazione di Marco Branca, non si componeva di Andrea Ranocchia nella formazione titolare: la decisione nasceva da un cavillo burocratico, non chiarito da nessuna regola calcistica, che ha portato Branca a vagare in un mare di dubbi giustificati. Vi spieghiamo l’accaduto in poche parole: Ranocchia, quando si giocò la 16^ giornata di campionato a dicembre, era un tesserato del Genoa, mentre ora è un giocatore dell’Inter, regolarmente acquistato; l’Inter recuperava una gara della 16^ giornata, quando ancora non aveva Ranocchia, quindi il dubbio di Branca è più che giustificato. Meno problemi si è fatto Ficcadenti che ha prontamente schierato sia Sammarco, alla Sampdoria a dicembre, che Dellafiore, al Parma.

Ad oggi, certo, niente ancora è stato chiarito: rimangono i dubbi e rimarranno anche per il recupero della 17^ giornata con la Fiorentina se non nascerà una regola a chiarire la situazione. Inoltre pensiamo un attimo cosa sarebbe successo se questa situazione fosse capitata al Genoa, cosa che in effetti dovrà succedere il 16 febbraio, quando la squadra di Ballardini si troverà a recuperare il derby con la Sampdoria.

Preziosi a gennaio ha acquistato già 11 giocatori, quando mancano 10 giorni alla scadenza del calciomercato, e ne ha venduti 6, tra i quali troviamo Luca Toni, ceduto alla Juventus, lo stesso Ranocchia all’Inter, Palladino e Modesto al Parma e Rudolf al Bari: insomma giocatori che, bene o male, erano soliti calcare il campo di gioco con la maglia rossoblu. Se la regola quindi dovesse stabilire che una squadra deve recuperare una gara con la formazione che effettivamente si aveva quando è sorta l’impossibilità per la gara, il Genoa si ritroverebbe privato di sei elementi titolari e costretto a giocare il derby con una formazione dimezzata.

Ovviamente un provvedimento in tal senso non avrebbe assolutamente ragione d’esistere e non troverebbe nemmeno il consenso. L’unica cosa che possiamo fare al momento è complimentarci con Marco Branca per la sportività.

Mario Petillo