Benedetto XVI: “Insicurezza sociale dettata da indebolimento principi etici”

In un’epoca segnata da profondi ”mutamenti” si registra una diffusa ”insicurezza”, dovuta all”’indebolimento della percezione dei principi etici su cui si fonda il diritto e degli atteggiamenti morali personali, che a quegli ordinamenti sempre danno forza”. E’ quanto dichiarato questa mattina da papa Benedetto XVI nel corso di un incontro con il personale della Polizia di Roma, guidato dal questore Francesco Tagliente.

”L’epoca in cui viviamo – ha sottolineato il pontefice – è percorsa da profondi cambiamenti. Anche Roma, che giustamente è chiamata ‘città eterna’, è molto cambiata e si evolve; lo sperimentiamo ogni giorno e voi ne siete testimoni privilegiati”.

”Questi mutamenti generano talvolta un senso di insicurezza, dovuto in primo luogo alla precarietà sociale ed economica, acuita però – ha rimarcato il pontefice – anche da un certo indebolimento della percezione dei principi etici su cui si fonda il diritto e degli atteggiamenti morali personali, che a quegli ordinamenti sempre danno forza”.

Compito delle varie istituzioni pubbliche e della società in generale è, dunque, quello di ritrovare la loro ”anima” per ”dare nuova consistenza ai valori etici e giuridici di riferimento e quindi all’azione pratica”, ha spiegato Ratzinger. ”Le nuove sfide che si affacciano all’orizzonte esigono – ha aggiunto il pontefice – che Dio e uomo tornino ad incontrarsi, che la società e le istituzioni pubbliche ritrovino la loro ‘anima’, le loro radici spirituali e morali, per dare nuova consistenza ai valori etici e giuridici di riferimento e quindi all’azione pratica”.

”La fede cristiana e la Chiesa – ha avvertito Benedetto XVI- non cessano mai di offrire il proprio contributo alla promozione del bene comune e di un progresso autenticamente umano”.

La società e le istituzioni pubbliche ritrovino la loro ‘anima’, le loro radici spirituali e morali, per dare nuova consistenza ai valori etici e giuridici di riferimento e quindi all’azione pratica“, è ancora l’appello del Pontefice che segue di poche ore quello del cardinale Tarcisio Bertone, il quale già ieri aveva espresso a nome della Santa Sede piena condivisione per le parole del presidente Napolitano a proposito del turbamento del Paese per lo scadalo Ruby.

“Ai nostri giorni, – ha detto il Papa – grande importanza è data alla dimensione soggettiva dell’esistenza. Ciò, da una parte, è un bene, perché‚ permette di porre l’uomo e la sua dignità al centro della considerazione sia nel pensiero che nell’azione storica. Non si deve mai dimenticare, però, che l’uomo trova la sua dignità profondissima nello sguardo amorevole di Dio, nel riferimento a Lui. L’attenzione alla dimensione soggettiva è anche un bene quando si mette in evidenza il valore della coscienza umana. Ma qui – ha ammonito – troviamo un grave rischio, perché nel pensiero moderno si è sviluppata una visione riduttiva della coscienza, secondo la quale non vi sono riferimenti oggettivi nel determinare ciò che vale e ciò che è vero, ma è il singolo individuo, con le sue intuizioni e le sue esperienze, ad essere il metro di misura; ognuno, quindi, possiede la propria verità, la propria morale”.

“La conseguenza più evidente – ha fatto notare Benedetto XVI – è che la religione e la morale tendono ad essere confinate nell’ambito del soggetto, del privato: la fede con i suoi valori e i suoi comportamenti, cioè, non ha più diritto ad un posto nella vita pubblica e civile. Pertanto, se, da una parte, nella società si dà grande importanza al pluralismo e alla tolleranza, dall’altra, la religione tende ad essere progressivamente emarginata e considerata senza rilevanza e, in un certo senso, estranea al mondo civile, quasi si dovesse limitare la sua influenza sulla vita dell’uomo”.

Intanto, proprio in merito ai primi malumori suscitati in seno alla Chiesa dalla mancata presa di posizione delle gerarchie ecclesiastiche in merito alla vicenda Ruby, comincia a muoversi anche la Cei. Si terrà, infatti, lunedì ad Ancona il consiglio permanente della Cei, che discuterà anche dello scandalo che vede coinvolto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ad annunciarlo è il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco. «Lunedì se ne parla al Consiglio permanente della Cei, quello è il luogo istituzionale», ha annunciato il presidente della Conferenza episcopale, cardinale Angelo Bagnasco, a margine dell’inaugurazione a Genova delle Terme di Acquasanta.

Raffaele Emiliano