Dipendenza da videogiochi: depressione e ansia per gli adolescenti

Sono tantissimi i ragazzi che trascorrono ore ed ore davanti ai videogiochi e alle consolle di ogni tipo, col rischio preoccupante di sviluppare i sintomi tipici della depressione.

Una ricerca americana, condotta dal dottor Douglas Gentile della Iowa State University insieme a collaboratori di Singapore ed Honk Kong, confermerebbe l’esistenza di una relazione tra videogiochi, depressione ed ansia. Stando a quanto pubblicato sulla rivista Pediatrics, più la dipendenza è radicata e più i sintomi si aggravano.

I risultati dello studio, condotto su 3000 studenti della scuola primaria e secondaria di Singapore, sono stati scoraggianti. I bambini che sono stati più impulsivi e meno a proprio agio con gli altri bambini avevano passato più tempo a giocare con i videogiochi. Due anni dopo, questi stessi “gamer patologici” che hanno giocato in media 31 ore a settimana, rispetto alle 19 ore settimanali degli altri studenti, avevano più probabilità di soffrire di depressione, ansia e fobie sociali. Avevano anche maggiori probabilità di abbandonare la scuola e di avere rapporti peggiori con i genitori.

Ma il dottor Douglas Gentile, professore associato di Psicologia alla Iowa State University, dice che i suoi ultimi risultati non dimostrano che i videogiochi causano la depressione. Piuttosto, afferma, che nei giovani possono verificarsi dei disturbi psicologici associati al disturbo che egli chiama pathological gaming (gioco patologico). Gli adolescenti che hanno problemi a relazionarsi possono chiudersi in se stessi con il gioco, e il gioco può, a sua volta, determinare depressione e isolamento.

I ricercatori sostengono quindi come le patologie non siano intrinseche al paziente, ma diretta conseguenza dell’eccesso di giochi elettronici.

Adriana Ruggeri