Julian Assange fondatore di Wikileaks, re degli hacker e rockstar del 2010 (secondo Rolling Stone Italia). E ora Assange anche ispirazione per un biopic basato sulla sua vita. Lo ha reso noto il sito della rivista americana Variety, secondo cui la Josephson Entertainment di Barry Josephson, assieme a Michelle Krumm, ha opzionato i diritti della biografia del giornalista e programmatore australiano.
Il libro in questione si inititola The most dangerous man in the world (L’uomo più pericoloso del mondo), è in fase di stesura per mano del giornalista australiano Andrew Fowler (firma del Foreign Correspondent) e verrà pubblicata dalla Melbourne U. “Quando ho incontrato Andrew (il reporter australiano autore della biografia; ndr) e ho letto alcuni capitoli del suo intenso libro, ho capito che ci avrebbe permesso di portare sul grande schermo un thriller avvincente“, ha spiegato Michelle Krumm.
In effetti gli elementi per la spy-story ci sono tutti: un giovane hacker australiano mette in piedi un sito di controinformazione, rubando scomodi segreti di stato e divenendo l’incubo dei governi occidentali. Poi le controverse accuse di stupro, la fuga in giro per il mondo, la consegna spontanea alle autorità, la libertà su cauzione e – alle spalle – il Dipartimento di Stato americano che lavora alacremente per ottenerne l’estradizione, con la possibilità (secondo le ultime indiscrezioni) di deportarlo a Guantanamo o condannarlo direttamente a morte. Se la storia del fondatore di Wikileaks non fosse cosa già nota si potrebbe pensare alla trama di un thriller fantapolitico di marca hollywoodiana; invece è tutto drammaticamente vero.
Assange, che sulla propria vita privata era sempre stato molto discreto (anche per ovvie ragioni di sicurezza), si è deciso a firmare l’autorizzazione da 1,2 milioni di dollari per la propria biografia dopo aver ottenuto la libertà su cauzione dalle autorità inglesi. “Non voglio scrivere questo libro, ma devo farlo – aveva dichiarato Assange – ho già speso 200.000 sterline per gli avvocati e devo continuare a difendermi e a proteggere Wikileaks“. Una scelta pienamente coerente e dalle motivazioni comprensibili.
Intanto, in attesa di nuovi sviluppi sul film, viene già da chiedersi: chi potrebbe interpretare il bianco paladino della controinformazione?
Roberto Del Bove