”Diversamente dagli onorevoli Follini e Casini esprimo sconcerto e preoccupazione per la condanna definitiva del senatore Cuffaro”.
E’ quanto dichiara il ministro Carlo Giovanardi, che così commenta la conferma della condanna a sette anni di reclusione per l’ex governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro, con le pesanti accuse di favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e violazione del segreto istruttorio nell’ambito del processo ‘talpe alla Dda’. La decisione presa dalla seconda sezione penale presieduta da Antonio Esposito, che ha respinto il ricorso di Cuffaro e confermato il verdetto emesso lo scorso 23 gennaio dalla corte di appello di Palermo, trova la netta contrarietà di Giovanardi, che si dice sconfortato e preoccupato per quanto accaduto.
”Secondo il nostro codice un giudice può emettere sentenza di condanna quando ritenga la colpevolezza dell’imputato ‘oltre ogni ragionevole dubbio’ – sostiene il Ministro – In questo caso addirittura era stato il procuratore generale presso la Cassazione, cioè la pubblica accusa a chiedere una revisione della sentenza di appello perché non esiste prova alcuna di favoreggiamento alla mafia, come d’altronde aveva già riconosciuto la sentenza di primo grado. C’e’ da rimanere allibiti – protesta Giovanardi -davanti ad un sistema nel quale nel nome del popolo italiano si escludono determinati addebiti e, a nome dello stesso popolo, vengono riconosciuti in appello, e confermati poi in cassazione quando sia la difesa che l’accusa li avevano ritenuti insussistenti”.
”Ma è possibile che in questo paese si possa finire in carcere – chiede l’esponente del Governo – quando risultano agli atti un mare di dubbi?”.
Raffaele Emiliano