Il leader dell’Idv Antonio di Pietro torna a parlare delle vicende del premier e lo fa come al solito a suo modo.
Berlusconi non si dimetterà mai, perché sta dove sta perché gli serve per risolvere i suoi problemi, ed evitare la galera. In questi anni si è occupato soltanto dei suoi interessi privati. Per mandarlo via, ovviamente non ci può essere la presa della Bastiglia: dobbiamo farlo democraticamente, sfiduciandolo in Parlamento.
Di Pietro accenna poi alla raccolta di firme proposta dal leader del Pd Bersani, io sarò tra quei dieci milioni che, secondo Bersani, firmeranno per le dimissioni di Berlusconi. Ma, ahimè, credo che se ne fregherà anche di loro.
Quindi penso che le strade migliori siano: o raggiungere un quorum di 316 deputati che lo mandano a casa, oppure, a maggio, chiamiamo i cittadini a votare il referendum per il legittimo impedimento e chiediamo di scegliere se vogliono Berlusconi, con tutto quello che fa – anche se quello che succede a casa sua non mi interessa, penso piuttosto a quello che non fa per il Paese o che fa male -, o se non lo vogliono più.
Sul Caso Ruby, incalza Di Pietro, penso che la Procura di Milano fa quello che deve fare di fronte a una notizia di reato: svolge l’obbligo dell’azione penale nel momento in cui c’è un’ipotesi di favoreggiamento della prostituzione minorile e di concussione. Un cittadino normale si deve presentare davanti al giudice e deve far valere le proprie ragioni. È questo che chiediamo anche a Berlusconi, nessuno gli chiede di dichiararsi colpevole.
Io vorrei non parlare più di Berlusconi, ma per far ciò bisognerebbe che in Parlamento non si discutesse di argomenti a lui correlati. La prossima settimana e forse per altri 15 giorni, ad esempio, si parlerà dell’autorizzazione a procedere, per la Procura di Milano, alla perquisizione della dipendenza di Berlusconi. Allora non è colpa nostra che parliamo sempre di lui, ma è il presidente del Consiglio che anziché occuparsi degli italiani tiene impegnate le istituzioni a parlare di fatti suoi.
Ricorda poi al premier che la difesa alle accuse si fa in tribunale con le prove della propria innocenza e non a casa sua, con la bandiera alle spalle, il nostro Bin Laden-Berlusconi ha parlato agli italiani dicendo: “I magistrati sono dei delinquenti, degli eversori, perciò dobbiamo fare delle leggi per bloccare l’azione dei giudici e attuare disposizioni per punirli”. Si è mai visto un imputato che punisce i giudici? Solo nel Paese delle meraviglie! Detto ciò, credo che sia possibile valutare di spostare la competenza al Tribunale dei ministri, ma la decisione spetta soltanto a un giudice.
Per gli italiani è di sicuro più importante il federalismo del Caso Ruby. E’ più importante avere riforme che servano davvero al Paese, mentre quelle della Lega sono utili soltanto a far vedere agli elettori leghisti che sono stati accontentati. Noi abbiamo il dovere di fare un federalismo per tutto il Paese, non per Bossi.
La linea dell’Italia dei Valori dunque è andare subito al voto senza attendere altro. Riguardo la sfiducia che verrà votata al Ministro Bondi, Di Pietro taglia corto, anche il Terzo Polo ha presentato la mozione di sfiducia al ministro Bondi? Noi dell’IdV lo abbiamo fatto già da tempo. Non tanto per i fondi che il ministro non ha stanziato, ma perché riteniamo che Bondi sia il portavoce di Arcore. Lo faccia pure, perché sa farlo bene, ma almeno lasci in pace un dicastero così delicato come quello dei Beni Culturali, che questo governo ha ridotto al lumicino.
Matteo Oliviero