È il Canone Rai la tassa più indigesta

La maggioranza degli italiani giudica troppo elevato il carico fiscale, ma l’imposta più indigesta è quella per il possesso del televisore, il Canone Rai, seguito dal Bollo auto e dalla Tassa sull’immondizia.

A rivelarlo è un’indagine realizzata dal Censis per il Consiglio nazionale dei commercialisti sul rapporto dei contribuenti con il fisco.

Dell’imposta per il possesso degli apparecchi radiotelevisivi, da versare entro la fine di questo mese, ne farebbe volentieri a meno il 47,3% degli intervistati. Al secondo posto si piazza il Bollo auto, che irrita il 14,5% degli interpellati, seguito dall’Ici, sgradita dal 12,7%, la tassa sulla Nettezza urbana,12,1%, e l’Irpef, 11,6%.

Nel complesso, l’81,1% degli italiani, la stragrande maggioranza, reputa troppo elevato il carico fiscale. Continua ad essere negativa, dunque, la percezione che gli italiani hanno del fisco: ingiusto per il 36,2%, inefficiente per il 25,5% ed esoso per il 23,7%. Solo il 9,9% lo giudica efficiente e il 4,7% solidale.

Per una riforma del sistema fiscale, però, soltanto il 23,4% chiede di abbassare il livello impositivo e il 22,1% di semplificare il sistema tributario, mentre per il 20% del campione osservato la priorità è quella di aumentare le forme di tutela, per il 16,6% la soluzione è il federalismo fiscale, per il 12,5% l’introduzione del quoziente familiare, sulla falsariga del modello francese, che secondo l’Eurispes comporterebbe un risparmio medio annuo d’imposta di circa 800 euro per famiglia.

Per il 58,1% degli intervistati le tasse non sono troppo alte in assoluto, ma in relazione alla qualità dei servizi ricevuti: il 55,7% del campione, infatti, sarebbe disposto a pagare di più in cambio di servizi migliori. Il Canone Rai, su tutti, è indigesto proprio perché gran parte dei contribuenti non è soddisfatta dei programmi televisivi trasmessi dal servizio pubblico.

C’è da dire, ancora, che negli ultimi anni diverse associazioni di consumatori si sono battute per abolire la tassa di possesso del televisore, spesso considerata anacronistica, visto che risale al 1938, e ingiusta. Ancora oggi, infatti, grazie alle indagini dell’Aduc, non è del tutto chiaro se anche i possessori di una Adsl o di un telefonino di nuova generazione debbano pagare, visto che trattasi di apparecchi “atti alla ricezione di programmi televisivi”, come recita il regio decreto che istituì il Canone.

Altro dilemma è rappresentato dal cd ‘canone speciale’, quello, cioè, che dovrebbero pagare tutti i baristi, i negozianti, le redazioni e gli uffici in possesso di un televisore. Una misura discutibile soprattutto per i piccoli commercianti e coloro che svolgono un’attività privata, obbligati a pagare due canoni: quello ordinario per la casa e quello speciale per il lavoro. Sempre secondo uno studio Aduc, la Rai ha rinunciato, di fatto, a perseguire queste categorie, cosicché le ispezioni a domicilio sembrano essere state riservate soltanto ai privati cittadini, con il risultato che nel 2007 quasi il 96% delle imprese evadeva il canone Rai. Dato che ancora oggi non sembra essere cambiato.

Per combattere questo fenomeno, di recente il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, ha ripresentato la proposta di legare il pagamento del canone al contratto di fornitura di energia elettrica di casa o azienda. L’idea però, come ha fatto notare l’Aduc, si scontra con l’evidenza che non esiste un unico fornitore di energia elettrica, ma centinaia piccoli e grandi, ognuno con propri problemi, anche economici, e tutti dovrebbero versare all’Erario la relativa imposta. Inoltre ogni cittadino può essere titolare di più utenze elettriche, non tutte necessariamente collegate alla presenza di un televisore.

E non va trascurato, ancora, che da quando è partito lo switch-off del digitale terrestre le proteste contro il canone Rai sono aumentate. Molti italiani, infatti, hanno scelto di non comprare il decoder digitale terrestre e di vedere la tv attraverso il satellite. Resta inteso, però, che il canone Rai non dipende da quanti e quali canali si possono vedere, ma dal semplice possesso di un televisore, e l’unico modo per non pagare la tassa è quella di vendere o disfarsi del proprio apparecchio oppure ottenerne la ‘sigillatura’ dalla Guardia di Finanza.

Marco Notari