Sono giorni difficili per il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi: alla Camera si stanno discutendo le due mozioni di sfiducia che l’opposizione ha presentato per chiederne le dimissioni, eppure il solerte coordinatore del Pdl ha trovato il tempo per rispondere all’audace proposta avanzata da Pier Ferdinando Casini. Il quale, stamattina su La Stampa, ha indicato ai berluscones la strada da seguire: il Pdl vada avanti e proponga un esecutivo guidato da un altro autorevole esponente, che potrebbe trovare l’appoggio delle forze responsabili del Paese
Un’idea considerata irricevibile dal ministro, che ha dichiarato: “Quando Casini propone un governo con il Pdl rivela nella migliore delle ipotesi di non avere ancora ben compreso ciò che Berlusconi rappresenta nella vita politica italiana, ciò che pensano gli elettori moderati italiani e infine ciò che il Popolo della libertà è divenuto“. Un diniego fermo e categorico, con il quale Sandro Bondi ha voluto rimarcare l’impraticabilità di una soluzione che proponga un governo “orfano” di Silvio Berlusconi.
Una prova di fedeltà assoluta da parte del ministro, resa ancora più “generosa” se si considera che proprio in queste ore l’opposizione sta caldeggiando l’ipotesi delle sue dimissioni. Su di lui, infatti, graverebbe – secondo i firmatari delle mozioni – la responsabilità di non aver saputo tutelare un patrimonio artistico e culturale di inestimabile valore come quello rappresentato dagli scavi di Pompei e di aver – per così dire – assecondato lo stato di lassismo in cui il sito archeologico versava da tempo. Fino alle conseguenze tragiche a tutti note, che hanno suscitato anche il disappunto del capo dello Stato, che ha definito una “vergogna” il crollo della Schola Armaturarum.
La spada di Damocle sul ministro potrebbe abbattersi già domani, ma è più probabile che il voto venga rimandato alla prossima settimana. Per quanto i beinformati riferiscano che Sandro Bondi ormai da qualche giorno eviti di farsi vedere al ministero di cui è titolare. In molti ipotizzano che la sua esperienza sia giunta al capolinea, ma per saperlo con certezza bisognerà attendere l’esito delle votazioni alla Camera. Un esito che lo stesso Silvio Berlusconi starebbe aspettando con ansia per comprendere se la nuova maggioranza rinsaldata a Montecitorio (con il gruppo dei responsabili) sia in grado di tenere testa alle forze dell’opposizione. Un vero e prorpio test per il governo.
Maria Saporito