Anche lui, come il presidente Obama, è cresciuto alle Hawaii; anche lui, è un incrocio vivente di razze; e anche lui, partito dalle sperdute isole del Pacifico, è andato dritto dritto alla conquista del mondo (musicale, stavolta). Con queste credenziali Bruno Mars (vero nome Peter Gene Hernandez) si presenta al cospetto del grande pubblico come una vera promessa, che potrebbe essere confermata – questo sarà da vedere – con il suo primo album Doo-Wops & Hooligans, in uscita nei negozi italiani il 25 gennaio.
Soli 25 anni e già un curriculum impressionante: ben 7 nominations ai Grammy Awards 2011 (secondo solo a Eminem, che vanta dieci nomination), un brano (Just the way you are) che è una hit internazionale e collaborazioni in qualità di produttore con artisti di rilievo. Solo qualche nome: Flo Rida, K’Naan, B.o.B e il rapper Cee Lo Green, per il quale ha scritto e prodotto la celeberrima F**k You. Ma come è possibile lavorare con tanti artisti di così vario genere senza perdere la bussola? “Il bello del mio lavoro è che posso indossare tanti cappelli diversi – ha dichiarato Mars ai microfoni di Sky -: quando scrivo musica per qualcun altro, mi cimento con l’hip hop, con il soul e via dicendo, mentre quando scrivo per me posso dedicarmi alla musica che voglio“.
Doo-Wops & Hooligans è il suo primo lavoro da solista e già nel titolo si ispira a due elementi importanti per Bruno Mars: l’amore per il Doo-Wop e il grande impatto cui aspira in ogni esibizione dal vivo. Nel disco sarà presente anche un brano, Liquor Store Blues, che lo vede collaborare con Damian Marley, figlio di Bob, indimenticato re del reggae. “Se vai nelle Hawaii – ha dichiarato l’artista – moltissime stazioni radio suonano musica reggae. Amiamo il reggae, così come quello che ne è il padre, Bob Marley. Io sono un grande fan sia di Bob che di suo figlio Damian”.
Mentre sogna di lavorare con artisti come Alicia Keys, Kanye West e Kings of Leon, dopo aver chiuso un 2010 artisticamente felice ma macchiato da un arresto per detenzione di cocaina a Las Vegas, Bruno Mars aspetta la magica notte del 13 febbraio per vedere se quelle sette nomination ai Grammy diventeranno una concreta realtà. E in tasca una speranza, la più semplice, forse la più grande per ogni artista che si rispetti: “Mi piace pensare che tra 10 anni qualcuno sentirà un mio brano e dirà ‘questa era una grande canzone’“.
Roberto Del Bove