Casini a Berlusconi: Faccia come Blair e Clinton

“Dentro il Pdl ci sono personalità autorevoli che potrebbero guidare un governo ‘senza’, ma non ‘contro’ Berlusconi, che potrebbe conservare il ruolo di leader del centrodestra e dedicarsi a chiarire la sua posizione personale. Al di là di quel che dicono tutti i giorni in tv, credo che nel Pdl siano in tanti a pensarla così. Sarebbe una via d’uscita ragionevole. Altrimenti non restano che le elezioni”. A firmare l’audace proposta è stato il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, che – interpellato oggi da La Stampa – ha indicato la sua soluzione per uscire dall’attuale cul de sac politico.

Per il centrista, le informazioni trapelate dalle indagini avviate dai pm di Milano sul caso Ruby non possono essere ignorate e impongono, anzi, di andare fino in fondo. Per questo il leader dell’Udc ha sottolineato l’esigenza di operare secondo responsabilità: “Tra le accuse di reati finanziari commessi da Mediaset, per fare un esempio, e ciò di cui si discute in questi giorni – ha osservato Casini – c’è differenza. Mi sarei aspettato che il premier ne tenesse conto e rispondesse in modo diverso. Berlusconi non può credere di convincere l’opinione pubblica che Ruby sia una santa, e che i magistrati che indagano su un caso di prostituzione minorile che lo coinvolge – ha continuato – meritino addirittura ‘una punizione’. Ma per chi ci ha preso?”.

L’ex presidente della Camera è categorico: seppure le accuse contro di lui dovessero essere sbugiardate, Berlusconi ha il dovere di fare chiarezza: “Quanto meno dovrebbe spiegare – ha scandito Casini – Non può continuare a negare il cento per cento di quel che è stato accertato dalle indagini. Poi dovrebbe scusarsi per il danno d’immagine che questa storia sta portando al Paese. Non solo a lui – ha precisato – ma all’Italia, rispetto a governi e Paesi con cui abbiamo relazioni stabili, e che vorrebbero sapere se siamo diventati il Paese del bunga bunga”.

Da qui il suggerimento all’ex alleato, al quale consiglia di seguire l’esempio di autorevoli “colleghi” internazionali: “Il premier dovrebbe fare come ha fatto Clinton ai tempi dello scandalo Lewinsky – ha spiegato il centrista – O come ha fatto Blair l’altro giorno, quando ha risposto sulle sue responsabilità per la guerra all’Iraq. Nessuno dei due è uscito di scena: Clinton è ancora oggi uno stimatissimo leader in grado di spostare un sacco di voti e determinare le campagne elettorali americane. E Blair ha uno standing di livello europeo e un incarico delicato in Medio Oriente. Come vede, quando le cose si chiariscono – ha concluso il leader dell’Udc – anche i giudizi diventano più razionali“.

Maria Saporito