A difendere a spada tratta il presidente del Consiglio, molestato da una macchina giustizialista che tenta di sovvertire il volere popolare, ci ha pensato il ministro della Pubblica istruzione, Maria Stella Gelmini. La quale, seguendo l’esempio del collega Roberto Maroni, ha oggi scritto una lettera al Corriere della Sera, per riportare la sua verità sui fatti politici e per rinforzare l’immagine di un premier ingiustamente osteggiato.
“Posso testimoniare la grande passione civile e l’enorme impegno del premier – ha iniziato la responsabile dell’Istruzione – Lo vedo costantemente lavorare e cercare una soluzione a mille problemi, ne apprezzo la straordinaria disponibilità. Proprio per questo lo schieramento che lo combatte cerca sistematicamente di imporgli un’agenda diversa e di togliergli entusiasmo e voglia di fare”.
Un disegno, che secondo il ministro, trova sponda nell’azione di una certa magistratura: “Quando un leader politico viene fatto oggetto di un’incredibile quantità di iniziative giudiziarie – ha osservato la Gelmini – è evidente che il problema non è più solo quello del cittadino di fronte alla legge, che deve essere uguale per tutti. Diventa un problema politico“.
“Si sta cercando di eliminarlo per un’altra via – ha rincarato il ministro – dato che quella delle urne è sbarrata. Ma proprio perché il gioco è evidente gli italiani non ci cascano, come non ci casca quel grande leader e grande uomo che è Umberto Bossi. Tutto si può dire – ha continuato la pidiellina – tranne che questi due anni e mezzo di legislatura siano passati nell’immobilismo del governo“.
E per confortare la sua affermazione, Maria Stella Gelmini snocciola i successi collezionati dall’esecutivo: dalla politica economica, che ha garantito gli ammortizzatori sociali e la tenuta dei conti, alla lotta per la legalità; dalla riforma dell’Università che porta il suo nome, al federalismo. “Siamo a un passo dall’attuazione del federalismo fiscale – ha ricordato il ministro – una delle più importanti sfide che il governo sta affrontando per la modernizzazione del Paese“. Una sequela di risultati che – secondo la responsabile dell’Istruzione – sbugiardano palesemente le teorie formulate dai più severi detrattori del premier.
“Molto ancora resta da fare e lo sappiamo bene – ha ammesso la Gelmini – ma se c’è qualcuno che vorrebbe potersi dedicare solo al buon governo è proprio Silvio Berlusconi. Per questo – ha concluso – cercano a ogni costo di mettergli i bastoni tra le ruote“.
Maria Saporito