Una nuova stretta sull’informazione del servizio pubblico? E’ così che molti hanno battezzato la nuova proposta approdata in Rai e presentata dal deputato Alessio Butti, capogruppo del Pdl in Vigilanza.
Un manifesto, in pochi punti, per dire: noi, maggioranza al governo, vediamo così il servizio pubblico. O meglio, prescriviamo: Per garantire l’originalità dei palinsesti è opportuno, in linea generale che i temi prevalenti trattati da un programma non costituiscano oggetto di approfondimento di altri programmi, anche di altre reti, almeno nell’arco di otto giorni successivi alla loro messa in onda.
In molti è stato tradotto come: Se Vespa a Porta a Porta si occupa dei festini del premier di lunedì, Ballarò il martedì e Annozero il giovedì non potranno occuparsi di tale tema.
Sono in molti a bocciare tale proposta.
Gianluigi Paragone (l’Ultima parola) boccia l’idea: Sbagliata. C’è il rischio che il talk-show sia monopolizzato dai conduttori e che si crei confusione.
E sui temi da non sovrapporre è ironico: A me che vado in onda il venerdì resta solo l’anticipo della Domenica sportiva.
Lucia Annunziata (In Mezz’ora) sente odore di chiusura: S’avvicinano le elezioni. E per questo si preparano a sospendere l’informazione.
Un occhio di riguardo è stato destinato all’editoriale di Marco Travaglio in onda su Annozero e il contraddittorio.
Butti non l’ha dimenticato, e l’ha inserito nel suo documento che, soltanto tra un paio di settimane, verrà votato nella commissione presieduta da Sergio Zavoli e poi recepito dal Cda di viale Mazzini: Quando la trasmissione prevede l’intervento di un opinionista a sostegno di una tesi, è indispensabile garantire uno spazio adeguato anche alla rappresentazione di altre sensibilità culturali.
Il testo del Partito democratico, relatore Fabrizio Morri, è (molto) più morbido e fa soltanto un riferimento ad Augusto Minzolini: I direttori di rete e di testata devono evitare di rappresentare i propri giudizi personali o valutazioni che non siano improntati alla massima imparzialità e obiettività.
In Rai intanto è ancora forte la bufera su Floris, conduttore di Ballarò, che non ha accettato in diretta la telefonata del premier.
È intollerabile che il conduttore di una trasmissione del servizio pubblico si permetta di decidere di non mandare in onda la telefonata del presidente del Consiglio.
Floris all’accusa ha risposto semplicemente dicendo che è inutile telefonare, quando si vuole partecipare ad un dibattito o si è chiamati in causa si farebbe meglio ad essere presenti in trasmissione.
Berlusconi infatti, è da sempre invitato a partecipare alla trasmissione, ovviamente sempre rifiutando, perché allora telefonare?
Matteo Oliviero