Un treno per ricordare l’Olocausto. Un simbolo per non dimenticare quel dolore. E’ partito dal binario 9 della Stazione di Santa Maria Novella (Firenze) il cosiddetto ‘Treno della Memoria’. Il suo viaggio è cominciato a mezzogiorno di ieri e sarà lungo ben 1300 chilometri. La sua destinazione è Auschwitz (O?wi?cim, come comprensibilmente vogliono chiamarla i polacchi), la tristemente famosa località polacca in cui i nazisti organizzarono uno dei loro più disumani – e letali – campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il convoglio, un treno speciale composto da quindici carrozze, ha effettuato il suo primo viaggio nel 2002, e dal 2005 percorre il tratto Firenze-Polonia ad anni alterni. A bordo del treno, quest’anno, quasi 800 persone tra insegnanti, ragazzi e vari tipi di delegazioni.
Nel suo settimo viaggio complessivo, il Treno della Memoria ospita più specificamente molti studenti universitari e ragazzi di quinta superiore provenienti da 89 diversi istituti scolastici di tutte le province toscane. Assieme a loro alcuni rappresentanti di comunità ebraiche, di amministrazioni e di vari tipi di associazioni. A bordo si trova anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, in compagnia dell’assessore alla cultura Cristina Scaletti e di Daniela Lastri, del Consiglio regionale.
Il viaggio è stato sponsorizzato – oltre che dalla Regione – dalla Fondazione del Monte dei Paschi di Siena. Il presidente della Fondazione Gabriello Mancini racconta: “Abbiamo dato il nostro aiuto molto volentieri, come da tradizione. Un’iniziativa come questa è importante per capire, conoscere e costruire tutti assieme un mondo di pace, libertà e giustizia”.
Enrico Rossi spiega il significato simbolico di questo viaggio e dice che si tratta di “un’iniziativa importante e non episodica”. “Oltre al Treno della memoria”, continua il Presidente, “la Regione organizza molte altre iniziative contro la guerra, la violenza e la sopraffazione. Tutte insieme servono a costruire una nuova coscienza per il nuovo secolo, sensibile, rispettosa delle diversità ed adeguata ad un mondo globalizzato”.
Il treno è arrivato a Auschwitz questa mattina attorno alle ore 7.30. Partendo dal campo di transito di Fossoli (Modena), il treno per il campo di concentramento su cui viaggiava Primo Levi, nel 1944, impiegò circa 4 giorni per raggiungere la destinazione. Con lui altre 650 persone, tra cui anche molti bambini. Molti di questi deportati, una volta arrivati ad Auschwitz, furono uccisi nelle camere a gas. Furono pochissimi quelli che riuscirono a sfuggire alla morte: tra essi ci fu proprio Primo Levi, che successivamente avrebbe raccontato quella tragica e tremenda esperienza nell’amaro Se questo è un uomo.
Si è calcolato che nel lager di Auschwitz siano morte circa un milione e mezzo di persone.
Gianluca Bartalucci