Dopo la Tunisia l’Egitto: il popolo chiede le dimissioni di Mubarak

Cresce la tensione in Africa. Dopo la Tunisia è la volta dell’Egitto. Paralizzata la capitale con venti mila persone a protestare contro il governo di Hosni Mubarak. Forte la mobilitazione anche delle forze dell’ordine: trenta mila unità dislocate soltanto nel centro del Cairo, ad isolare la sede del Ministero dell’Interno e l’area che circonda la Corte Suprema.

Le contromisure, però, non hanno impedito ai manifestanti di avvicinare la sede del Parlamento egiziano, tentandone l’assalto. Secondo quanto riferisce il sito “Youm7” la massa avrebbe tentato di scavalcare le recinzioni dell’edificio, dispersa poi dai lacrimogeni lanciati dalla polizia. Le proteste però non hanno accennato a diminuire e durante un altro scontro tra cittadini e forze dell’ordine un poliziotto ha perso la vita travolto dalla folla.

Si conclude così al Cairo la “giornata della collera”, invocata da opposizione e società civile, e che ha visto numerosi arresti e feriti. Secondo gli organizzatori in Piazza Tahir erano in 25 mila a protestare contro l’esecutivo, con la polizia costretta ad indietreggiare di fronte al lancio di sassi da parte dei manifestanti.

Sulla situazione in Egitto si è affrettata ad intervenire Hillary Clinton, la quale ha pregato tutte la parti affinchè si impegnino a spegnere il clima rovente delle proteste. In ogni caso secondo la Segretaria di Stato Usa, nonostante le manifestazioni di oggi per chiedere le dimissioni di Mubarak, il governo egiziano resta stabile al suo posto.

Una speranza più che una certezza, dato che gli scontri di oggi sarebbero il frutto di una situazione che opprime l’Egitto da circa trent’anni: “Abbasso, abbasso Mubarak” gridavano stamattina i cittadini del Cairo al centro della città. E una Tv dell’agenzia Reuters avrebbe addirittura ripreso uno dei poliziotti mentre si univa ai contestatori.

Ma non è solo nella capitale che si sono registrate manifestazioni di protesta. Diverse città si sono unite alle proteste partite soprattutto dagli attivisti del web. Una rabbia popolare mai vista da quando Mubarak è salito al potere nel 1981. Fino a ieri le poche manifestazioni organizzate avevano visto soltanto un centinaio di partecipanti. Oggi, invece, in piazza tutti invocavano un cambiamento al grido di Tunisia, Tunisia. Segno che anche in Egitto il popolo vuole iniziare a contare qualcosa.

Cristiano Marti