Il day after l’ennesima intrusione, infarcita di insulti e presunzione, di Silvio Berlusconi all’interno di un studio televisivo è caratterizzato da poco stupore, indignazione quanto basta ma anche tanta consapevolezza.
Di cosa? Di trovarci davanti a un presidente del Consiglio vecchio che, nonostante trapianti di capelli e bunga bunga propiziatori, mostra i segni di quella senilità che, nei casi di persone che si son sempre considerate come eterni capoccia, rischia di sfociare in isterismi fuori luogo e strepiti infantili. D’altronde, quando si invecchia, si ritorna un po’ bambini.
Per rispetto della figura del premier però, che di scenate becere ha rimpinguato la propria carriera politica, c’è da dire che lui questo tipo di cose le ha sempre fatte. Tuttavia, rimane la sensazione di trovarsi davanti a un uomo che non riesce più a tenere a bada tutto ciò che fino a ieri era la diretta materializzazione della propriavolontà.
Anche ieri c’ha tentato e quasi quasi ci riusciva ancora una volta: «Invito cordialmente l’onorevole Iva Zanicchi ad alzarsi e a venire via da questo incredibile postribolo televisivo».
E lei, la donna cantante un po’ conduttrice, riscopertasi politica, qualche pensiero, su un possibile abbandono dello studio in pieno stile Santanchè, è stato evidente che l’abbia fatto. In fondo, Silvio è stato datore di lavoro, leader politico, l’uomo che da sedici anni imperversa nella vita degli italiani tra promesse poco mantenute e lenzuola disfatte: un po’ di riconoscenza, perdiana.
Ma alla fine Iva ha desistito: alzarsi dallo studio sarebbe stato troppo, stima e difesa a oltranza sì, ma non fino a quel punto.
Silvio Berlusconi, l’uomo che le donne ama sedurle e farle cadere ai propri piedi con la propria galanteria – eccetto nei casi in cui queste «cosiddette» siano evidentemente comuniste -, non riesce più a convincere la fidata amica Iva. Che cosa sta succedendo all’uomo di Arcore?
Una volta gli correvano dietro, giovane e aitante faceva sfracelli sulle navi da crociere insieme al compagno – in senso di amico, chiaramente – Fedele Confalonieri. Lui raccontava barzellette, Fedele suonava.
E oggi?
Lui continua a raccontare barzellette a cui, però, nessuno più ride. Anzi se è il caso gli si dice pure che «è un cafone», quasi non sapesse più come ci si debba comportare quando si è in pubblico.
Ma soprattutto anche le donne gli dicono di no. A meno che…
«Ciao, sto organizzando una festa a casa mia. Verresti? Casomai ti pago, però non lasciarmi solo».
Simone Olivelli