Chi di privacy ferisce…
Risale a pochi minuti fa la notizia dell’attacco di hackeraggio ai danni di nientepopodimeno che Mark Zuckerberg, il fondatore del social network Facebook.
I pirati del web si sarebbe intrufolati all’interno del profilo del giovane imprenditore e informatico statunitense, pubblicandovi sulla apposita bacheca un messaggio dai toni polemici, con sfumature vagamente politiche.
Il testo del post – così si chiamano, nel gergo di Internet, i messaggi pubblicati sulle bacheche virtuali – è questo: «Se Facebook ha bisogno di soldi invece di chiederli alle banche perché non permette agli utenti di investire in Facebook in modo sociale? Perché non trasformare Facebook in un social-business” Che ne pensate?».
Il messaggio ha avuto vita breve, infatti dopo qualche minuto è stato eliminato. Tuttavia, è rimasto pubblicato sufficientemente a lungo da ricevere ben 1800 mi piace.
Da Zuckerberg, per adesso, nessun commento.
Tra le tante critiche rivolte nei confronti di Facebook, la più agguerrita è sempre stata inerente al modo in cui il social network concepisce la privacy dei propri iscritti. Stavolta, però, a rimanere vittima degli sguardi – e non solo – indiscreti altrui è stato proprio il suo stesso inventore.
S. O.