Nel testo dell’articolo 1 della legge italiana è specificato il motivo per il quale il ventisette gennaio è, da ormai undici anni, un giorno particolare per il Bel Paese: “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.
Il fatto che nel giorno della memoria bisognerebbe ricordare è particolarmente lapalissiano, eppure spesso e volentieri le dinamiche del pensiero che tenta di ripercorrere fatti che appartengono al passato(magari non al proprio)non sono automatiche né facili.
La città di Roma ha deciso di stimolare la memoria dei propri cittadini e di chiunque vorrà prendere parte alle iniziative presenti all’interno di essa, attraverso degli eventi in particolare.
È possibile citare alcune delle iniziative che sono state organizzate all’interno della capitale d’Italia per far sì che il Giorno della Memoria venga realmente speso da molti cittadini italiani al fine di ricordare. Domani alle ore undici, presso il Palazzo del Quirinale, vi sarà la cerimonia di celebrazione del Giorno della Memoria, alla quale prenderà parte il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Alle cinque del pomeriggio, presso la Camera dei deputati, vi sarà un incontro intitolato “Mai più? Chi progetta lo sterminio degli ebrei oggi”. Alle ore venti, presso il Tempio Maggiore, si terrà un incontro con degli ebrei sopravvissuti alle persecuzioni naziste dal titolo “Testimoni della memoria – Il dono del racconto”. Domani, inoltre, terminerà la cosiddetta “Settimana della memoria” che è stata organizzata a partire dal diciannove gennaio presso la Casa della Memoria e della Storia a Trastevere.
Martina Cesaretti