Il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna è più agguerrita che mai.
La ministra dagli occhi sbarrati, direbbe Alessandra Mussolini, dice no allo sfruttamento della donna nella pubblicità, così firma, a palazzo Chigi, un protocollo d’intesa con l’Istituto di autodisciplina pubblicitaria.
Lo scopo? Abbattere l’uso distorto che gli ideatori di sponsor e pubblicità fanno della figura femminile, oggetto, a quanto pare, di vera e propria violenza.
La pubblicità che vedete a lato dell’articolo, un ironico Fatti il capo con tanto di sguardo ammaliatore di una modella, segue l’ultimo sbotto della Carfagna in quanto a pubblicità più o meno denigratoria: anche il fotografo Oliviero Toscani era passato sotto la scure della ministra con il suo calendario sul pube femminile, critiche cui aveva risposto con poca diplomazia, “Il suo calendario era pessimo, io l’avrei fotografata meglio”.
Durante la presentazione del protocollo, il ministro ha dovuto fronteggiare una giornalista del quotidiano L’Unità, rea di aver scoperchiato una sorta di vaso di Pandora. In sintesi, ci si chiedeva, in conferenza stampa: se le pubblicità sono offensive, l’immagine femminile non risulta altrettanto lesa a seguito dello scandalo Ruby? E, ancora, il calendario supersexy che vede immortalata in dodici mesi di fuoco proprio l’attuale ministro per le Pari Opportunità? Come la si mette?
“Confesso che ho pensato di rinviare la firma di questo protocollo a un momento più tranquillo, in cui i casi sui giornali si sarebbero sgonfiati, ma abbiamo deciso comunque di procedere, perché noi rispondiamo alle chiacchiere e al fango con i fatti. Mentre c’è qualcuno che, a comando, si riempie la bocca sulla tutela delle donne, noi questa campagna la portiamo avanti da due anni e mezzo”, ha affermato la Carfagna, lanciando una sottile invettiva contro la stampa ritenuta di sinistra.
Sul calendario, invece, abbassa i toni e risulta quasi tranquilla: “Le mie foto non le ho mai rinnegate e risalgono a 12 anni fa, non vedo cosa c’entrino con questa campagna promossa dal mio dicastero”.
Carmine Della Pia