La contabilità di Ruby e l’ira della Minetti

Nuove carte “bollenti” giungono dalla Procura di Milano. Da ieri mattina, infatti, una più fresca documentazione sul caso Ruby è stata messa a disposizione della giunta alla Camera che dovrà pronunciarsi sull’opportunità di autorizzare la perquisizione degli uffici di Giuseppe Spinelli, tesoriere del Cavaliere.

Materiale davvero “scottante”, destinato a esasperare le distanze tra gli agguerriti detrattori del premier e i suoi infaticabili difensori. Tra le rivelazioni più interessanti, il contenuto delle annotazioni fermate dalla giovane marocchina in un taccuino rinvenuto lo scorso 17 gennaio nel corso della perquisizione eseguita a Genova, a casa dell’attuale compagno di Ruby.

La protagonista del Rubygate avrebbe, infatti, annotato con scrupolo la contabilità legata alla sua frequentazione col Cavaliere, indicando tra le altre cose “diamanti“, “170 mila conservati da Spinelli” e annunciando la “riscossione” più clamorosa e pesante: “4 milioni e mezzo da Silvio Berlusconi che ricevo tra due mesi”.

Trascrizioni che – se venissero confermate dai riscontri investigativi – segnerebbero la pietra tombale per il presidente del Consiglio, spianando la strada a una inevitabile crisi. Non solo: a impensierire il premier sarebbe sopraggiunto anche il contenuto di alcune telefonate riconducibili al consigliere regionale della Lombardia, Nicole Minetti, indagata per favoriggiamento e induzione alla prostituzione.

Secondo quanto raccolto dai pm di Milano, infatti, l’ex igienista dentale di Berlusconi avrebbe in più occasioni manifestato il suo risentimento nei confronti del Cavaliere. “Io do le dimissioni – avrebbe confidato l’8 gennaio la Minetti a Barbara Faggioli, altra frequentatrice di Arcore –  cioè ‘sta roba è una roba che ti rovina la vita, ti rovina i rapporti, ti logora. Devi avere un pelo sullo stomaco, ma a me non me ne frega niente”.

“Io voglio sposarmi, fidanzarmi, avere dei bambini, una casa – continua sfinita Nicole – La politica è un casino. Cade lui, cadiamo noi. A lui fa comodo mettere te e me in Parlamento, perché dice: Bene, me le sono levate dai c. E lo stipendio lo paga lo Stato”.

Nel corso di una telefonata datata 11 gennaio con Clotilde Strada (sua assistente nel Consiglio regionale della Lombardia), la Minetti sarebbe poi definitivamente sbottata: “Berlusconi è un pezzo di merda – avrebbe tuonato la 25enne – gli ho parato il culo fino a oggi, se mi vuole convocare lo faccia lui di persona, tanto io sono indagata”.

C’è un limite a tutto – avrebbe notato la Minetti – non me ne frega un cazzo se lui è il presidente del Consiglio, è un vecchio e basta. Mi ha tirato nei casini in una maniera che solo Dio lo sa, in cui non ci sarei finita neanche se ci mettevo tutto l’impegno”.

Ad “appesantire” il quadro anche un fitto scambio di sms che il consigliere regionale lombardo avrebbe intavolato con varie persone, rimarcando la sua esasperazione nei confronti del premier e l’indisponibilità a proseguire lungo la via del “martirio” personale. Fino all’ammissione più amara, consegnata ancora una volta all’amica Barbara Faggioli: “Il presidente – avrebbe tagliato corto la Minetti – mi ha rovinato la vita“.

Maria Saporito