Roma, Alemanno non molla la poltrona del Campidoglio

Nel 2013 mi ricandido. O anche prima, se serve a dare una scossa. Se non potrò lavorare come si deve, chiederò elezioni comunali anticipate”. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, fuga ogni dubbio e ribadisce la sua intenzione di non lasciare la poltrona del Campidoglio dopo lo scandalo ‘parentopoli’ e il tanto discusso rimpasto della Giunta capitolina.

”Se ne facciano una ragione nemici e falsi amici, non lascio Roma”, sottolinea Alemanno intervistato da ‘Panorama’ in edicola domani.”Nessun ministero vale il Campidoglio, nessun governo nazionale quello della mia città”, insiste con orgoglio il primo cittadino della capitale.

Quanto alla vicenda ‘parentopoli’ che si è abbattuta come una bufera sull’intera Giunta capitolina, Alemanno dichiara: ”E’ stata compiuta un’operazione di sciacallaggio politico e mediatico senza precedenti. Ciononostante – precisa – proprio perché voglio che nemmeno un’ombra rimanga sulla mia amministrazione, da febbraio entrerà in vigore un regolamento per il quale sarà impossibile il ripetersi a Roma di qualsivoglia assunzione sospetta”.

Spontanea, a questo punto, la domanda del giornalista. “Però – chiede Panorama al sindaco – quando i pm hanno interrogato i vertici Atac, c’è stato chi si è difeso attaccando sua moglie, la consigliera regionale del Lazio Isabella Rauti. Testuale: Se il sindaco fa eleggere la moglie in regione, perché io non posso sistemare un mio parente?”.

”Perché la differenza la fanno i curricula”, è la replica del primo cittadino. ”Non è che se c’è uno in famiglia che ha un ruolo politico, oppure fa il dipendente Atac o l’imprenditore, un congiunto è escluso a prescindere dalla professione del suo parente”.

Raffaele Emiliano