«Le indagini saranno lunghe e complesse». Lo ha affermato il procuratore della Repubblica di Verbania, Giulia Perrotti, in merito al trafugamento della salma di Mike Bongiorno dal cimitero di Dagnente. Le ricerche si stanno concentrando in Piemonte e Lombardia, ma il campo d’azione degli investigatori è esteso a tutta l’Italia settentrionale. Gli inquirenti stanno analizzando le testimonianze raccolte, le immagini e i tabulati telefonici. Nei laboratori dei Ris, invece, si analizzano i reperti acquisiti al cimitero e nell’area circostante. Per ora non è stata avanzata alcuna richiesta di riscatto e sulla vicenda gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. I reati accertati sono furto, sottrazione di cadavere e danneggiamenti. Non ci sono indagati: «Le indagini partono da Arona, vedremo dove ci porteranno», ha aggiunto il procuratore di Verbania.
Si parla di un furgone e di alcuni rumori di scalpello uditi intorno alle quattro del mattino e si ipotizza che siano almeno quattro gli autori del furto. La lapide non è stata distrutta. Secondo la ricostruzione fatta al termine dei rilevamenti dei Ris, i ladri, con molta probabilità, si sono introdotti nel cimitero fin dal pomeriggio, per aspettare il momento propizio per dare il via alla loro azione. Poi hanno spaccato i mattoni che chiudevano il loculo e hanno trasportato la cassa sino al fondo del cimitero, da dove è stata calata nel parcheggio sottostante. Qui, è stata caricata su un furgone.
Nel camposanto di Dagnente oggi è tornata la quiete: due carabinieri stanno sorvegliando l’ingresso, ma non ci sono militari accanto al loculo profanato. La lapide di Mike è stata appoggiata a un muretto, la tomba vuota è stata coperta da un pannello in legno sul quale è stato attaccato l’avviso di sequestro dell’autorità giudiziaria.