Solo 4 fiumi italiani su 30 sarebbero puliti. Secondo i dati forniti dal WWF, è davvero allarmante la situazione dell’inquinamento dei corsi d’acqua della nostra Penisola.
Un dato sconcertante di cui se ne è parlato all’interno di un convegno tenutosi a Roma, occasione importante per fare il punto sui principali mali che interessano il deterioramento delle condizioni di salute dei fiumi oggetto di monitoraggio da parte del WWF. Dai dati raccolti da un gruppo di 600 volontari lo scorso maggio, nel corso dell’iniziativa “Liberafiumi”, il livello di inquinamento e degrado raggiunto dalle acque e terreni circostanti, lascia intravedere solo il peggio per il benessere delle nostre riserve idriche e la salubrità dell’ambiente faunistico e vegetale che le abitano.
Riescono a raggiungere un livello accettabile di salute solo il Melfa, Tagliamento, Ciane ed Angitola, per i quali si può parlare di acque non contaminate e di un’eccellente conservazione dei microsistemi ambientali limitrofi. Volgendo lo sguardo verso le altre risorse idriche, in particolare verso quei fiumi che lambiscono territori ad alta densità di popolazione e di industrializzazione, la situazione è drammatica. Volturno, Arno, Tevere, Aniene, Po di Primaro, Sagittario-Aterno, Chiascio ed Agri: sono questi i fiumi più inquinati, secondo il WWF, bisognosi di un piano immediato di salvaguardia, recupero e qualificazione.
Tra le principali determinanti che hanno giocato un ruolo negativo sul giudizio dell’associazione ambientalista, sono sicuramente presenti la canalizzazione e l’infrastrutturazione della rete idrografica, l’impermeabilizzazione eccessiva dei suoli, la distruzione della vegetazione naturale che cresce lungo le sponde dei corsi d’acqua, i progetti di navigazione, e gli impianti idroelettrici di piccole dimensioni oltre che le discariche abusive di rifiuti che sorgono nei pressi dei tratti fluviali, e che spesso contengono elementi dannosissimi per l’ambiente.
Il WWF lancerà infatti una serie di iniziative per favorire la “rinascita” degli ambienti fluviali, cercando di ripristinare la qualità dell’acqua, con conseguente salvaguardia della flora e della fauna dei contesti deteriorati.
Adriana Ruggeri