Annozero: Santoro scende in piazza, Garimberti, “No a valutazioni in diretta tv”


Continua la lunga bagarre generata dall’ultima puntata di Annozero, e Michele Santoro annuncia la discesa in campo per difendere la libertà editoriale minacciata sia dalle critiche al programma, sia dalla presa di posizione del dg Masi.

Il premier Silvio Berlusconi ha definito “vergognosa” la conduzione del programma, medesimo giudizio dedicato anche a L’infedele di Gad Lerner, ma il giornalista, accusato dal direttore Masi in diretta tv di “violare le leggi”, risponde con una manifestazione.

”Per sottolineare il livello di emergenza sulla libertà di informazione e sulla situazione in generale dei poteri di controllo, Michele Santoro, Barbara Spinelli e Marco Travaglio, lanciano un appello per una manifestazione il 13 febbraio davanti al tribunale di Milano”, ha dichiarato lo stesso giornalista nel corso di una conferenza stampa, aggiungendo che “non ci saranno bandiere nè simboli, la manifestazione sarà in difesa dell’indipendenza dei magistrati, della libertà di informazione e dei valori della Costituzione”.

Il presidente della Rai, Paolo Garimberti, intanto, non si schiera né al fianco del dg Mauro Masi, né dalla parte di Michele Santoro, bensì afferma la poca adeguatezza dimostrata da ambedue le parti.

”Personalmente sono convinto che i toni gladiatori non facciano bene alla Rai e che non facciano affatto bene nemmeno alla politica, soprattutto quando parla in televisione e di televisione. Ciò premesso, la libertà editoriale va tutelata in ogni modo ma, ovviamente, deve essere esercitata nel pieno rispetto delle regole. Se e quando giornalisti e conduttori violano queste regole esistono le sedi istituzionali competenti per le valutazioni del caso e tra le sedi istituzionali non rientra certamente la diretta televisiva”, ha affermato.

Il presidente della Rai conclude auspicando ad una difesa della trasmissione Annozero: ”Sono convinto che il supremo interesse dell’azienda Rai sia quello di sottrarla in ogni modo e con ogni mezzo dall’essere oggetto di polemiche e campo di battaglia (prima) e bottino di guerra (poi) della politica”.

Carmine Della Pia