Il Cairo: fermato El Baradei. Ma la rivolta sembra inarrestabile

Ancora un giorno di proteste in Egitto. Il Cairo ha ritrovato anche oggi la rabbia della folla riunita vicino uno dei palazzi presidenziali per chiedere la fine del regime di Mubarak. Ed è ancora una volta un’emittente televisiva a denunciare gli episodi più gravi fra le proteste.

L’araba Al Jazeera ha denunciato l’arresto di quattro reporter francesi che seguivano la manifestazione nella capitale. Ferito un giornalista della Bbc, e a due truppe dell’emittente Al Arabiya è stato sequestrato il materiale filmato. Al Jazeera ha anche denunciato il pestaggio del suo giornalista Ahmed Mansour. Oggi era soprattutto il giorno di Mohammed El Baradei, arrivato giovedì in Egitto per guidare le proteste popolari contro il Governo, dicendosi pronto a guidare la fase di transizione fra la caduta del regime ed il nuovo corso nel Paese.

Ma appena uscito dalla moschea per la preghiera del venerdì è stato bloccato dalla polizia. A niente è valso il tentativo di scudo che gli si era creato intorno per impedire l’arrivo delle forze dell’ordine. Il primo resoconto sull’accaduto è stato offerto dalla stessa Al Jazeera, che inizialmente aveva addirittura parlato dell’arresto di El Baradei. Poi la rettifica: la polizia avrebbe vietato all’ex Presidente dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) di allontanarsi dalla zona del fermo, il quartiere popolare di Giza.

Il tutto mentre le proteste e le manifestazioni contro il regime di Mubarak divampano in tutto il Paese: migliaia di persone si sono riunite ad Alessandria attorno ad  Hamdiia Sabahi, ex parlamentare e possibile candidato alle prossime presidenziali. Manifestazioni si registrano anche nelle città di Al Munia e Suez, dove sono andati a fuoco una caserma dei pompieri e parte di un ospedale.

La massima tensione resta comunque concentrata nella capitale, dove le forze dell’ordine sono schierate nei punti nevralgici della città. Preoccupa soprattutto la presenza di El Baradei, uomo ritenuto affidabile dall’Occidente, e che nell’ultimo anno ha subito una feroce campagna diffamatoria ad opera dello stesso Mubarak. Il candidato più credibile alle presidenziali di settembre impensierisce soprattutto per i consensi che è riuscito a raccogliere fra la classe media ed i giovani i quali, per organizzare e dare il via alle proteste, si sono serviti soprattutto della rete e di social network come Twitter e Facebook.

Proprio gi strumenti che da questa notte il governo è riuscito a bloccare: è dalla mezzanotte, infatti, che in tutto l’Egitto non si è registrato traffico in entrata ed in uscita. Bloccati anche i servizi di sms per i cellulari. Una misura che però, pur colpendo il principale strumento dei manifestanti, arriva quando ormai la rivolta del popolo sembra inarrestabile.

Cristiano Marti