Che l’inchiesta sul cosiddetto caso Ruby abbia creato grande scompiglio è un fatto innegabile. E che la stampa abbia mostrato un’attenzione quasi maniacale sul sexgate all’italiana, che rischia di far cadere il governo, è opinione altrettanto condivisa.
Nei giorni delle intercettazioni e delle carte piccanti, che riferiscono di incontri poco istituzionali nelle residenze private del premier, lo scontro tra le due fazioni (quella a difesa di Berlusconi e quella avversa) si ingrossa, prefigurando una guerra senza esclusioni di colpi.
Nelle convinzioni dei supporter più affezionati del presidente del Consiglio, la Procura di Milano tenta da anni di colpire il Cavaliere, manovrando un disegno eversivo teso a scardinare ciò che è stato legittimato dal voto. Tra i nemici giurati in toga di Berlusconi, un posto d’onore merita sicuramente Ilda Boccassini, procuratore aggiunto e titolare dell’inchiesta sul Rubygate.
Su di lei Il Giornale ha ieri vergato un articolo al vetriolo in cui è stato “riabilitato” un antico rapporto sentimentale intrecciato dalla Boccassini con un giornalista. Una storia infuocata che, secondo quanto riferito dal quotidiano, avrebbe provocato alla togata una “strigliatina” da parte del Csm. Salvo precisare, però, che si trattava di un rapporto vecchio di 30 anni e di una vicenda chiusasi con la piena assoluzione del pubblico ministero.
Ma al procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, non è sfuggito che quello de Il Giornale è stato il tentativo di favorire una delegittimazione nei confronti dei magistrati che stanno indagando sul caso Ruby e ha per questo deciso di diffondere una breve nota, nella quale ha sostanzialmente rimarcato il suo più completo appoggio ai pm titolari della scottante inchiesta.
“Ogni attività della magistratura e dunque anche quella della Procura della Repubblica di Milano – ha esordito il procuratore capo – in un ordinamento democratico è soggetta alla valutazione e alla critica della libera stampa; le campagne di denigrazione e l’attacco personale ai magistrati si qualificano da soli, e in un sistema di civile convivenza devono essere un problema per chi ne è autore e non – ha notato – per chi ne è vittima”.
“Il procuratore della Repubblica – si legge ancora nella comunicazione diramata ieri – esprime pieno sostegno e apprezzamento dei colleghi coassegnatari del procedimento i quali, senza esenzione alcuna dai turni e dall’attività ordinaria, hanno compiuto e stanno compiendo con tempestività e rigore professionale attività d’indagine”.
Solidarietà alla Boccassini è giunta anche da parte dell’Anm: “‘Il metodo ‘Mesiano’ non ci intimidisce e non ci intimidirà – ha detto ieri il presidente Luca Palamara – Come Anm esprimiamo solidarietà ai colleghi di Milano e alla Boccassini che ha ricevuto un attacco di inaudita gravità da Il Giornale per la sola ‘colpa’ di applicare la legge come prevede la Costituzione. Se il prezzo per poter svolgere un’indagine è quello di subire ritorsioni – ha concluso il numero uno dell’Anm – diciamo a chi si serve di questi metodi denigratori, che non faremo un solo passo indietro“.
Maria Saporito