Anno giudiziario, la denuncia dell’Anm: “Attacchi a pm contro Costituzione”

“Gli attacchi ai  magistrati sono contro  la giustizia e la Costituzione”. Nella giornata di inaugurazione dell’anno giudiziario, l’Anm fa risuonare in tutta Italia questa denuncia.

“Sono contro la giustizia – è scritto nel documento che i magistrati stanno leggendo nelle varie celebrazioni – gli insulti, le offese, le campagne di denigrazione di singoli giudici, le minacce di punizione, gli annunci di ‘riforme’ dichiaratamente concepite come strumenti di ritorsione verso una magistratura ritenuta colpevole solo perchè si ostina ad adempiere al proprio dovere di accertare la commissione dei reati e di applicare la legge imparzialmente e in maniera uguale nei confronti di tutti i cittadini”.

E – si legge ancora nel documento – “sono contro la giustizia le strumentalizzazioni delle inchieste e delle decisioni giudiziarie e l’assurda interpretazione come complotto politico della semplice applicazione delle regole, dell’attuazione del principio di obbligatorietà dell’azione penale e del fisiologico funzionamento degli istituti di garanzia propri dei moderni Stati costituzionali di diritto”.

Il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, pur non facendo esplicito riferimento allo scandalo Ruby che sta affossando la figura del premier e l’intero Governo, dichiara che “una sede processuale non può essere sostituita da altre sedi a propria scelta, che siano mediatiche o di piazza”. “E’ nel processo che si incarna lo Stato di diritto – aggiunge Vietti – e ai giudici si deve rispetto“.

Immediata la replica del ministro Alfano che, intervenendo a Roma, attacca invece “le resistenze corporative che da più parti ostacolano qualsiasi tentativo di riforma del sistema giudiziario italiano” e sostiene che “il sistema giudiziario per essere innovato e diventare più efficiente non ha soltanto bisogno di risorse umane e finanziarie ma deve essere riorganizzato con la diffusione di una cultura dell’organizzazione e della misurazione delle performances anche dei singoli magistrati e non soltanto degli uffici giudiziari nel loro complesso”.

Raffaele Emiliano