“Io non reclutavo ragazze. Tantomeno facevo sesso col presidente o con qualcun altro. Io sono una ragazza normale di 25 anni, ho un fidanzato e una laurea”. Il consigliere regionale della Lombardia, Nicole Minetti, ha deciso di uscire dal silenzio stampa in cui si era trincerata per consegnare le sue valutazioni sul Rubygate a Il Giornale.
Al quotidiano della famiglia Berlusconi, l’ex igienista dentale del premier, accusata di induzione e favoreggiamento della prostituzione, ha riferito il grande disagio di questi giorni, scanditi da rivelazioni e intercettazioni telefoniche a dir poco imbarazzanti. Dei chiacchierati ricevimenti ad Arcore: “Io ho visto solo serate allegre, divertenti, frizzanti – ha raccontato la Minetti – ma non sesso o scene a luci rosse”.
E la sfuriata al telefono con la sua assistente Clotilde, nel corso della quale ha definito il Cavaliere “un pezzo di m..”? “Ero in giro con mio padre, per Milano – ha spiegato il consigliere del Pdl – Entriamo in libreria, compro ‘Mignottocrazia’ di Paolo Guzzanti. Lo sfoglio: c’è un capitolo su di me dove mi dipinge come una maîtresse e c’è una foto del mio lato B. Anche se in realtà non sono io, ma non importa”.
“Papà, così orgoglioso della figlia consigliere regionale – ha continuato Nicole Minetti – quasi si sente male, io m’incavolo. Perdo le staffe, chiamo Clotilde, la mia assistente, e urlo la mia rabbia. Il mio è stato uno sfogo“.
E per rimarcare la sua “devozione” al presidente del Consiglio, ritorna con la memoria ai tempi del loro pimo incontro: “L’ho conosciuto al San Raffaele – ha iniziato l’ex ballerina tv – Era dal dermatologo che poi è uno dei miei professori. Mi sono fiondata, gli ho detto che era un mito per me e per i miei genitori. Gli ho spiegato che mi sarei buttata volentieri in politica. Mi ha dato, lì sul momento, il numero di Arcore e io – ha continuato la Minetti – non mi sono fatta scappare l’occasione”.
“Sono stata ad Arcore e poi ci sono tornata – ha ricordato ancora la 25enne – Ho cominciato a partecipare a cene, riunioni, incontri, e a masticare la politica. Un giorno, meno di un anno fa, è scoccata la scintilla: lui mi ha fatto capire che credeva in me ed è nata la mia candidatura per le regionali”.
E l’eventualità di rassegnare le dimissioni in modo da agevolare l’accertamento della verità in questa vicenda assai “confusa”? “Sarebbe un’ammissione di colpevolezza – ha tagliato corto la Minetti – Io sto con il presidente“.
Maria Saporito