30 gennaio. Dopo aver “spento” internet e facebook, le autorità egiziane hanno colpito il colosso mediatico medio-orientale Al Jazeera, fonte irrinunciabile d’informazioni provenienti dal mondo arabo.
Una scritta ha campeggiato per diversi minuti sugli schermi tv: “Le autorità egiziane hanno deciso la chiusura dell’ufficio di Al Jazeera al Cairo e ritirano gli accrediti ai suoi corrispondenti”. In sostanza, stando a quanto si è potuto capire, i giornalisti, non potranno più fare i giornalisti, perlomeno in tempo reale.
Sarebbe stato Anas El Fekki, Ministro dell’informazione uscente ad operare in tal senso: Fekki, secondo la principale agenzia di stampa locale “ha deciso che il servizio di informazione dello Stato deve fermare e annullare le attività della catena Al Jazeera nella repubblica araba d’Egitto, annullare tutte le autorizzazioni e ritirare tutti gli accrediti dei suoi dipendenti a far data da oggi”.
Intanto, i morti superano il centinaio, i feriti di molto il migliaio. A nulla è servita la destituzione del governo precedente con conseguente sostituzione dei ministri. L’Egitto non vuole Hosni Mubarak, il messaggio degli oppositori è questo, nessuna incertezza a riguardo. Dietro, secondo Wikileaks, ci sarebbero anche gli USA.
Le piramidi sono state chiuse, i musei presi d’assalto. Sarebbero state date alle fiamme anche alcune mummie, mandando in fumo reperti millenari.
C’è il coprifuoco. Le varie ambasciate invitano i loro connazionali a rispettarlo e ad uscire di casa il meno possibile. Agli eventi tragici però sembra non esserci fine; centinaia, forse migliaia di detenuti sono evasi dalle carceri, l’esercito non sembra poter controllare tutto, un esercito che più volte è parso stare dalla parte del popolo. che protesta.
Si rincorrono poi le voci su una possibile fuga del premier egiziano, chiamato ad assumersi le proprie responsabilità da diversi leader europei, Merkel, Sarkozy, il ministro italiano degli esteri Franco Frattini; quest’ultimo invita anche ad evitare le violenze sulla folla per le strade, strade che ormai sono totalmente fuori controllo.
A.S.