Gli anatemi scanditi ieri dal premier sul Terzo Polo, definito la restaurazione del passato, hanno sollevato le reazioni dei diretti interessati. A partire da Fli: “Ho 31 anni in meno di Berlusconi – ha replicato Italo Bocchino – mi viene da ridere a sentirmi dire che appartengo al passato“.
“Nessuno mi ha mai definito flaccido – ha continuato il capogruppo di Fli alla Camera a margine di un incontro pubblico a Genova – quella di Berlusconi è la solita tecnica di quando si trova in grave difficoltà. Sta cercando di reagire, sapendo che ormai ha poco tempo sia per chiarire con i magistrati ma soprattutto con l’opinione pubblica che è ormai sgomenta ed è pronta – ha affondato Bocchino – a lasciarlo”.
Le parole scandite dal premier – secondo il sodale di Gianfranco Fini – sarebbero insomma solo la manifestazione di un grande nervosismo, la prova lampante di quanto il Cavaliere tema la nuova concorrenza politica: “La nostra operazione – ha spiegato Bocchino – è completamente nuova, si rivolge all’elettorato moderato e ha l’obiettivo di modernizzare il Paese. Lui (Berlusconi, ndr) capisce che la nostra è per lui un’operazione pericolosa“.
A rimarcare il concetto il coordinatore di Fli, Adolfo Urso: “Berlusconi è già parte del passato – ha detto – è lui che è rimasto solo, è lui che non riesce ad aggregare. Se pensa di governare senza riformare – ha concluso – gli italiani volteranno pagina ed andranno a votare“.
Maria Saporito