“Gli scorpioni del deserto”: Hugo Pratt racconta la Seconda Guerra Mondiale

Gli scorpioni del deserto è una splendida antologia prattiana della Seconda Guerra Mondiale, in particolare sulle lotte (reali o presunte) tra le potenze europee nell’Africa superiore. La Rizzoli Lizard ha operato un intelligente progetto editoriale, riunendo tutti e cinque i capitoli di cui si componeva l’opera, in un unico affascinante volume. Come preludio, un’intima prefazione di Sergio Bonelli, il quale riporta la personale testimonianza dell’amicizia che lo legava ad Hugo Pratt.

I capitoli prima citati sono: Gli scorpioni del deserto, Piccolo Chalet, Vanghe Dancale, Dry Martini Parlor e Brise de mer. Protagonista del romanzo è l’ufficiale polacco KoÏnsky, che scampato all’invasione della Polonia per mano tedesca si rifugia in Inghilterra e si arruola nel suo esercito. Entra a far parte della campagna che vede impegnato l’esercito della Regina in terra africana, più precisamente nella zona dell’Eritrea e del Djibouti situate nel golfo di Aden, punto di snodo tra l’Oceano Indiano e il Mar Rosso. L’intento di fondo era quello di liberare quelle terre dall’oppressione italiana restituendo a popoli autoctoni una possibile autodeterminazione. In realtà l’opera non rappresenta affatto un’apologia al colonialismo, ma anzi un esercizio di libera critica e sostanziale distaccamento.

Koinsky non è frutto dell’immaginazione dell’Autore, poiché pedissequamente ispirato ad un ufficiale omonimo che Pratt conobbe in Africa nel 1941, ed è quanto di più lineare Pratt sia riuscito a descrivere nelle sue opere. Si mostra dal suo lato umano fatto di paure, di insicurezze derivanti dagli amori traditi, di disorientamento verso quello che è chiamato a fare. Se Corto Maltese nell’immaginario comune è la perfezione, Koinsky è l’imperfezione dell’essere, rappresentata metaforicamente dalla cicatrice che solca il suo viso. Intorno al protagonista si succedono altri personaggi non privi di una personalità rilevante. Dal Tenente Kord simbolo della corruzione, al guerriero indipendente Cush che insieme al Tenente Tenton e McGregor sono stati coinvolti in avventure che hanno riguardato il marinaio più famoso di Hugo Pratt: Corto Maltese. Ma sarà Cush uno dei co-protagonisti dell’opera, perché è il momento in cui Pratt decide di assestare un colpo quasi-mortale all’ufficiale Polacco. Sarà da lì in poi che cambia il ritmo della narrazione, diventando da quel momento più avvincente e avventurosa. Cush prontamente si ritira al termine di Piccolo Chalet restituendo la scena a Koinsky.

Sino a Piccolo Chalet non vi era traccia di figure femminili se non in forma marginale. Brise de mer è un autentico elogio alla scaltrezza in salsa femminile con Madame Brezza, Ghua e le sue Castigatrici Dancale (i Dancali sono una popolazione nomade che vive nel deserto della Dancalia al nord dell’Etiopia). L’astuzia non è l’unica peculiarità. La tenacia e l’ostinatezza nel voler rivendicare il principio per il quale si è padroni in patria propria da parte delle combattenti Dancale, è come se evidenziasse tutto quello che gli uomini non sono riusciti a fare a causa della loro corruttibilità.

L’intero piano dell’opera si realizza in ventitré anni, lungo i quali è possibile notare un differente tratto nei disegni. Si inizia con un tratto più realistico e particolareggiato, ne Gli Scorpioni del deserto e Piccolo Chalet, e si porta a conclusione la storia nei restanti tre capitoli, Vanghe Dancale, Dry Martini Parlor e Brise de Mer, con un disegno più stilizzato figlio anche del cambiamento prattiano negli anni successivi. Aggiungono valore all’opera gli acquarelli esposti nelle pagine precedenti la narrazione.

Autore: Hugo Pratt
Titolo: Scorpioni del deserto
Editore: RIZZOLI LIZARD
Collana: HUGO PRATT
Pagine: 432 Prezzo: 29,00 euro
Anno prima edizione: 2010
ISBN: 17045834

Antonio Lilli