Sampdoria, una tifosa contesta la gestione Garrone

Il mercato di riparazione si è concluso stasera e la Sampdoria non ha di certo dimostrato di voler tentare una ripresa in campionato grazie a qualche grande colpo: senza nulla togliere a Martinez, arrivato con uno scambio di prestiti con Accardi, che nelle ultime giornate era addirittura titolare della formazione di Di Carlo, e Perticone, difensore del Livorno in B che nell’ultima giornata ha avuto una prestazione decisamente sottotono, pensiamo che questi acquisti non sono davvero dei validi acquisti. Inoltre Domenico Di Carlo aveva richiesto, dopo la sconfitta per 4 a 0 contro il Napoli, di poter quantomeno allenare gli stessi giocatori per un po’ più di tempo, riferendosi tra le righe a Pazzini e qualcun altro, sperando anche di non vedere più nessuna cessione: accontentato e Pietro Accardi va via, nel momento in cui gli altri due centrali titolare sono infortunati, e ancora una volta l’allenatore ciociaro sarà costretto a schierare un giocatore appena arrivato in squadra mercoledì sera contro il Cagliari.

Una tifosa, allora, Francesca Maria Barbato, studente alla facoltà di Odontoiatria dell’Università di Genova, ha voluto mandare simbolicamente una lettera, che noi abbiamo accettato di pubblicare in qualità di organo di informazione, al presidente della Sampdoria Riccardo Garrone. Intanto ci giunge voce che il dottor Garrone ha rifiutato di presenziare all’incontro con la tifoseria organizzata, legittimando, quindi, il suo senso di colpa dinanzi ad una depauperazione della squadra dal livello tecnico e umano. Di seguito riportiamo la lettera così come ci è stata presentata, senza modifica alcuna.

Caro Presidente Garrone,

Le scrivo con la speranza che Lei perda cinque minuti del suo tempo preziosissimo per leggere e qualche minuto per poi riflettere, come noi tifosi abbiamo letto, e ascoltato le Sue dichiarazioni non sempre sincere e non sempre attinenti a fatti reali.

Lei ha avuto una gran fortuna, diventare Presidente non di una squadra di calcio, ma di una grande famiglia, cresciuta con ideali di eleganza, stile, educazione, amore e rispetto, una grande famiglia che non ha MAI criticato le scelte di nessuno, che ha sempre discusso civilmente, una famiglia che nonostante mille scelte assurde fatte da lei anche a inizio campionato, non ha MAI protestato, questo per una forma di rispetto nei Suoi riguardi e Amore puro verso una parte della nostra esistenza, la Samp.

La nostra correttezza doveva essere ripagata con uguale correttezza nei nostri riguardi.

La maggior parte di Noi che veniamo allo stadio siamo cresciuti con il Presidente Paolo Mantovani, il grande Uomo che ha dichiarato in un’intervista “L’unica cosa di cui non mi sono mai pentito nella mia vita, è essere  diventato presidente della Sampdoria”, lo stesso presidente che ha sempre sostenuto che la forza della Sampdoria era che chi ci arrivava non diventava solo un Presidente, un allenatore e un giocatore, ma diventava un tifoso. Questo grazie al calore dei supporters, ai colori magici, all’aria che c’è sempre stata a Bogliasco. Chiunque sia arrivato se ne è andato sempre con le lacrime agli occhi, chiunque sia arrivato, avrebbe voluto finire qui la propria carriera, questa è la magia della Samp.

Non Le so spiegare il motivo, ma è lo stesso motivo perchè la domenica allo stadio prima che inizi la partita il cuore accelera, il respiro cresce e vedere la nostra squadra segnare ci fa brillare gli occhi di commozione.

Quello che noi proviamo è lo stesso che provano i nostri calciatori, patrimonio della Samp, non figurine da scambiare, parte integrante della Nostra Famiglia.

In un mese Lei ha distrutto le nostre certezze, per il nulla. Sembrerebbe quasi un’azione atta a minare noi tutti più che guadagnare e mettere in salvo la società, avevamo l’attacco più forte d’Europa e di quell’attacco non esiste più nulla, e questo per 12 milioni di euro? Giocatori di ben più bassa levatura sono stati valutati di più, Lei ha svenduto i Nostri campioni? perché? perchè volevano andarsene, come dice lei? Perché Cassano le ha mancato di rispetto? Perchè Pazzini ha sentito il canto delle Sirene? Qui a Genova aveva la sua seconda famiglia e non l’avrebbe abbandonata per un canto di sirene, ha giocato per noi in qualsiasi condizione, ha dato tutto se stesso, non se ne sarebbe andato via come un ladro, senza salutare i tifosi che tanto ama e che tanto l’hanno amato, doveva dare a entrambi la possibilità di salutarci, e invece ha fatto tutto in modo che non ci fosse l’occasione. Questa è stata mancanza di rispetto, più di quella di Cassano nei suoi confronti.

Il dire il 20 Dicembre, cito le Sue parole, «Ho già avuto modo di leggere su alcuni quotidiani che anche in questa sessione di mercato avrei già smantellato mezza squadra. Mi spiace constatare che quanto fatto in questi anni non ha insegnato nulla. Non è la nostra politica quella di svendere e depauperare il nostro patrimonio tecnico ad ogni sessione di calciomercato. Probabilmente andranno via quei giocatori che in questa prima parte di stagione hanno trovato meno spazio, non certo i big. Quelli rimangono tutti. Poi cercheremo di rafforzare la squadra», e poi arrivare al 28 Gennaio senza neanche Pazzini, non è stato scorretto? Non è stato mancarci di rispetto? Noi cosa dovremo fare? Reagire come Lei con Cassano? MandarLa via? CitarLa a giudizio? OffenderLa? No, noi siamo cresciuti con uno stile, quello della Samp e non lo faremo mai, ma forse qualche domanda, da Uomo d’Onore dovrebbe farsela Lei, non crede?

Ha costruito una squadra per, forse, salvarci, ha eliminato ogni possibilità di gloria, per guadagnarci molto? No. Per perderci. E a quelli che dicono che Lei non ne capisce di calcio io dico solo che un imprenditore come Lei, un magnate, non credo che faccia tante azioni sbagliate dal punto di vista economico per incapacità, penso più che ci sia un disegno sotto che nessuno di noi può sapere e capire.

Ha dichiarato che Pazzini voleva andare via, che non si poteva continuare così, ha minacciato che se manifestiamo, anzi alla prima protesta Lei lascia la Samp, e che se i bilanci non saranno all’attivo la Sua famiglia lascerà, questo mi scusi ma non ha niente a che fare con lo stile a cui Noi siamo abituati.

Noi siamo la Samp, la Samp è parte di Noi, e potranno cambiare tanti nomi, ma noi continueremo ad amarla e a proteggerla, sempre.

Lei ha fatto tutto ciò che io non mi sarei mai aspettata di vedere.

Non si può fare i Presidenti senza amare la propria squadra, senza passione è tutto inutile. Se non si è pronti a rischiare, non si deve neanche pensare di poter vincere tanto, le vittorie sono sempre commisurate ai rischi.

Lei sta portanto al collasso la Samp, e non ne capisco il motivo. Non ci vuole più, non siamo un affare redditizio? Ci abbandoni, ma non ci tolga la dignità.

Chiudo con una frase del past Presidente Paolo Mantovani: “Sampdoria non una squadra, ma uno stile di vita”.

Francesca”

Mario Petillo