Tecno-protesi che crescono con il bambino

Gennaio 2011. Al policlinico Gemelli di Roma è stata impiantata in un bambino di 11 anni una nuova protesi ad alta tecnologia. Il bimbo affetto da tumore delle ossa o osteosarcoma ha dovuto subire il rimpiazzo delle ossa di una gamba. A parte i problemi di rigetto e psicologici dell’intervento, nei bambini un problema scontato ma difficile da risolvere è quello della crescita dell’arto sano con conseguente disparità della lunghezza degli arti o dismetria.

Nell’intervento in questione è stata usata una protesi molto particolare che è dotata di un sistema integrato di crescita, ossia può seguire la crescita del bimbo, permettendo anche alla gamba malata di seguire l’evoluzione di quella sana, senza dover portare evidenti disparità negli arti o ad un’intervento di sostituzione, con tutti gli aspetti negativi dal punto di vista fisico e psicologico.

La protesi, già adottata in altri 7 interventi simili solo in Italia, proviene da una ricerca tedesca realizzata nella zona “delle cento chiese” il Münsterland e precisamente dalla Scuola di oncologia e ortopedia di Münster. Il nome tecnico dell’osso artificiale è “Mutars Xpand” e come ormai di consueto viene realizzato in titanio, materiale noto per essere oltre che resistente, ultraleggero e facilmente tollerabile dal corpo umano. La lavorazione di questo tipo di metallo è molto difficile poichè la sua durezza impone l’uso di tecnologie meccaniche all’avanguardia: si usano macchinari a controllo numerico con inserti o punte per il taglio anche in diamante.

Le protesi sono realizzate su misura per ogni paziente e il loro meccanismo di allungamento può essere azionato da un telecomando che agisce su una ricevente posta sotto pelle.

Nei casi in cui gli arti non debbano più allungarsi molto, vengono usate protesi fisse o con meccanismo a vite: questo tipo di apparecchiature permette un allungamento utilizzando una chiave, che però necessita di entrare sotto cute per poter aggianciare il mecccanismo, generando un’alta probabilità di infezioni. Inoltre meccanismi di questo tipo sono esposti a rischi di blocco, per cui la loro funzionalità potrebbe venir meno, perdendo così i benefici già raggiunti.

La nuova protesi non è certo la soluzione definitiva ad un problema così complicato e pericoloso come il tumore osseo, e non è neanche una soluzione che da sola risolve tutti gli inconvenienti di questa malattia, si pensi alla riabilitazione e tutte le attività post operatorie che deve seguire un piccolo paziente per poter tornare a camminare anche con l’uso di questa nuova tecnologia.

L’incidenza di questi tumori che arriva fino all’1% su 100mila bimbi è allarmante. La protesi comunque non è la cura al tumore di cui si può anche morire senza un’adeguata chemioterapia e una forte risposta del fisico del paziente.

Facciamo i migliori auguri al giovane paziente che ha subito questo intervento e speriamo che queste tecnologie ci aiutino sempre di più a sistemare tutti questi casi in cui persone sfortunate hanno bisogno di un aiuto medico particolare.

I.T.