Yara: sul web proteste contro lo stop alle ricerche

Sono passati più di due mesi ma di Yara Gambirasio non si sa nulla.

Gli incipit degli articoli si accavallano, quasi fossero citazioni letterarie. La speranza è quella di poter comunicare la buona novella, di dire finalmente che Yara è stata ritrovata e che l’incubo è finito, ma non è così, almeno non fino a ora.

E gli umori, anche quelli cambiano vorticosamente: basta poco – una lettera, un avvistamento, un nuovo interrogatorio – per risollevarli, ma è anche facile che incupirli. Un’altalena di emozioni, con l’aggravante rappresentata dalla zavorra del tempo che scorre via.

Da Brembate di Sopra, il paesino bergamasco da cui è scomparsa la tredicenne, non trapela nulla di interessante. Gli unici a dire la propria sono i criminologi – tra cui Francesco Bruno, che già settimane addietro si espresse sul caso – per i quali, purtroppo, le possibilità di ritrovare Yara sono ristrette a lumicino.

Dalle notizie che rimbalzano tra gli angoli del web, sembrerebbe che gli inquirenti abbiano deciso di sospendere, almeno per il momento, le ricerche sul campo: setacciare campi, boschi e fiumi è stato in questi due mesi un modo per cercare la giovane, ma anche, per tutti coloro che credono Yara ancora in vita, una riprova del fatto che, finché non verrà trovato un cadavere, è giusto sperare.

Negli scorsi articoli si è già parlato di internet e del ruolo che i social network stanno rivestendo nel divulgare le notizie sul caso, ma anche nel raggruppare la solidarietà espressa nei confronti della famiglia Gambirasio.

A tal proposito, i membri del “Gruppo per trovare Yara Gambirasio“, ospitato dalla community di Facebook, mostrano diverse riserve sulla presunta decisione di abbandonare le ricerche nei dintorni di Brembate. Per alcuni, tutto ciò, è un segnale di arresa da parte degli inquirenti davanti alle difficoltà nel far progredire le indagini.

Gli amministratori del gruppo hanno deciso anche di modificare l’immagine che li rappresenta: da un semplice ritratto di Yara si è passato a un’altra in cui sopra il viso della ragazzina campeggia uno slogan tanto critico quanto diretto: «Hanno smesso di cercarmi!!! Fai girare tu la mia foto!!! Aiutami!!!».

S. O.