Sono “disposto al dialogo” con la maggioranza, ma “le proteste pacifiche continueranno”, perché vogliamo le dimissioni di Sali Berisha. Così il leader del Partito Socialista Edi Rama si è espresso da Belgrado sulla situazione in Albania, dove le proteste contro il Premier di centro destra (Partito Democratico) non accennano a diminuire. “Siamo pronti a dialogare e a cercare un compromesso nel migliore interesse del Paese – ha spiegato il sindaco di Tirana. – Il Partito Socialista accetta con favore l’intervento della comunità internazionale per risolvere la crisi. ”
Una crisi che è cresciuta silenziosamente a partire dall’esito delle elezioni del 2009, vinte da Berisha accusato di brogli elettorali dai socialisti, i quali da più di un anno boicottano i lavori parlamentari. La situazione è poi esplosa il 21 Gennaio scorso quando, durante una protesta a Tirana, tre manifestanti sono morti sotto il fuoco delle forze dell’ordine. E proprio in ricordo del tragico episodio due giorni fa c’è stata l’ennesima contestazione popolare a Tirana, con pullman giunti da Valona, Durazzo, Corça e addirittura dal Kosovo.
Le ragioni della protesta sono ormai risapute, e tutte incentrate sul governo del Paese: le accuse che i cittadini muovono contro Sali Berisha sono quelle di corruzione e collusione con clan della malavita. Infatti, nonostante il report della Banca Mondiale Duing Businness, redatto nel 2010, abbia giudicato positive la gestione della govenance e le prospettive di investimento, l’Albania resta ancora un Paese nel quale clientelismi e lavoro nero la fanno da padroni.
Una situazione diventata ormai insostenibile per il popolo, che continua a chiedere le dimissioni di Sali Berisha. Sul punto è intervenuto ieri anche il presidente della Repubblica Bamir Topi, il quale si è appellato al senso di responsabilità delle parti politiche, chiedendo di “trovare d’urgenza un compromesso: non si può attendere. La crisi politica attuale e la situazione nel paese sono difficili”. E sull’episodio del 21 gennaio ha ammonito: “Una retorica violenta non fa che alimentare il conflitto e non aiuta le inchieste indipendenti. Da mesi ormai il dibattito parlamentare si è trasferito in strada, nelle sedi di partito, sui media, testimoniando una grave irresponsabilità politica e legislativa, nociva per le riforme e per le istituzioni del paese”. Nociva soprattutto per “l’integrazione dell’Albania nell’Unione Europea.” Intanto il tra due giorni si ritorna in piazza.
Cristiano Marti