Milano: rapinata gioielleria Scavia, 5 milioni di euro


Rapina da cinque milioni di euro in una gioielleria di Milano: i ladri erano travestiti da vigili urbani, con tanto di naso e baffi finti.

Il colpo è avvenuto nel famoso quadrilatero della moda milanese, in via della Spiga: i malviventi, giudicati professionisti per il modo di agire, hanno atteso nell’androne del palazzo adiacente alla gioielleria l’ingresso dei primi due dipendenti. Puntando loro una pistola alla tempia, sono riusciti ad entrare e minacciare con pistole e una foto, dicendo: “Sappiamo dove abiti, ti facciamo saltare la casa”. Da fonti investigative, si è poi appreso che forse sulla foto vi era la moglie del titolare.

La rapina è avvenuta ieri mattina alle 9, nel giro di pochi istanti, e il valore della refurtiva, nonostante il calcolo preciso non sia ancora stato effettuato, si aggira intorno ai 5 milioni di euro.

Dopo aver fatto ingresso nella gioielleria puntando contro le armi ai dipendenti, un terzo rapinatore, vestito normalmente, seppur ancora camuffato da baffi e naso finti, ha raggiunto i due, mostrando, poi, la foto della moglie del titolare. Quest’ultimo, comunque, non era presente: Fulvio Maria Scavia, gemmologo e giornalista scientifico, è attualmente all’estero.

La prima parte della rapina dura circa mezz’ora, dopodiché la banda ordina ai dipendenti di nascondersi in un vano del seminterrato, dicendo: “Aspettate cinque minuti prima di avvisare la polizia, altrimenti sono guai”. Nel lasso di tempo indicato, i rapinatori si impossessano anche della registrazione delle telecamere di sorveglianza, per poi scappare a piedi.

L’indagine si profila complessa perché i balordi hanno agito “da veri professionisti”, come sottolinea Antonio Giuliano, capo della Squadra Mobile: “Non hanno lasciato impronte e si sono portati via i filmati della telecamera interna”.

I balordi erano bene a conoscenza, poi, dell’ingresso situato nel palazzo adiacente, e dell’orario di arrivo dei dipendenti.

A rendere difficoltose le indagini, anche l’orario in cui hanno agito, troppo presto perché qualche testimone potesse vederli in giro.

Carmine Della Pia