Tutti in tribunale: lui, lei e l’altro. Nulla di strano se l’altro, però, non fosse il gatto di casa. Il tribunale è quello degli animali AIDAA, Associazione Italiana alla difesa degli Animali e Ambiente. Il marito ha accusato la moglie e il gatto di essere complici e causa della propria astinenza sessuale. Un milanese di 66 anni è il protagonista di questa storia. Ha chiesto l’intervento del tribunale degli animali per convincere che la moglie lasci il gatto fuori dalla stanza da letto perché lo sguardo dell’animale riuscirebbe a inibire l’uomo mentre fa l’amore.
Definisce ‘guardone’ il gatto perché, a suo dire, lo osserva durante i preliminari con la moglie e lo metterebbe in ansia con il risultato di non riuscire a fare sesso completo da molti mesi. La donna, padrona del gatto, di vent’anni più giovane del marito, ha detto, invece, che il marito in realtà ha solo raggiunto la pace dei sensi e che quella del gatto sarebbe solo una scusa per non far brutta figura.
La moglie non cede e non ha intenzione di allontanare il felino dalla stanza da letto, nemmeno temporaneamente. Il tribunale degli animali ha deciso, invece, che il gatto dovrà restare fuori dalla stanza da letto almeno per tre mesi, per valutare se le défaillances del marito siano colpa del gatto oppure o no. Se sarà provato che il gatto non c’entra nulla, l’uomo dovrà sottoporsi alle visite mediche del caso e il gatto potrà tornare a dormire nel lettone.
Cosmo de La Fuente