«Ero da sola, l’ho strattonato gridandogli “Porco schifoso!” e sono uscita con il cuore in gola in cerca di un addetto alla sicurezza, ma non ho trovato nessuno».
E’ questo il racconto di una studentessa catanese, iscritta alla Facoltà di Lettere e Filosofia della città etnea, che qualche giorno fa si è imbattuta in una situazione che mai si sarebbe immaginata le sarebbe potuta capitare all’interno dell’antico ex Monastero dei monaci benedettini, che ospita anche la facoltà di Lingue e Letterature Straniere.
La giovane, intorno alle ore 13, era appena entrata all’interno dei servizi igienici situati al secondo piano della struttura, che di solito risulta essere anche la zona meno frequentata dalla popolazione studentesca. Varcata la soglia della porta la giovane si è trovata davanti un ragazzo sulla ventina, biondo, alto circa 175 cm e lì per lì le è venuto spontaneo informarlo di aver sbagliato porta, perché quello era la toilette riservata alle ragazze.
Sono passati pochi attimi, prima che la giovane ha visto che il ragazzo aveva il membro fuori dai pantaloni ed era intento a compiere visibili atti di autoerotismo. La reazione della ragazza è stata repentina e svincolatasi dalla situazione è uscita in corridoio, cercando qualcuno che potesse aiutarla, bloccando magari il maniaco sessuale, ma nessuno era presente nei corridoi.
La ragazza ha così deciso di allontanarsi, temendo che quel ragazzo potesse rifarsi vivo.
Non appena si è diffusa la notizia tra le mura dell’ex monastero, si sono sollevate le critiche di chi considera la disavventura capitata alla studentessa una conseguenza ovvia della mancanza di sorveglianza all’interno della struttura, frutto anche dei tagli dei fondi ministeriali.
Il luogo dell’accaduto, infatti, non è soltanto sede delle due facoltà, ma anche un’attrazione turistica: tutti i giorni è possibile incontrare visitatori, turisti, curiosi e, evidentemente, anche malintenzionati.
Qualche mese fa, un altro episodio simile ha visto coinvolta un’altra ragazza: un uomo le si avvicinò facendole prima dei complimenti per le scarpe che indossava e poi pregandola insistentemente di toglierle, affinché lui potesse baciarle i piedi.
S. O.