Fiat, per Moody’s la valutazione resta Ba1

Moody’s conferma Ba1, con outlook negativo, per Fiat anche dopo i risultati raggiunti dal gruppo, migliori delle attese. L’agenzia, infatti, ritiene che gli investimenti per salire al di sopra del 35% di Chrysler possano mettere il rating sotto pressione. Di conseguenza, Moody’s ha confermato il Corporate family rating di Fiat al livello Ba1, estendendolo anche alle controllate Fiat Finance & Trade e Fiat Finance North America.

La conferma del rating, in realtà, è da considerarsi un successo per il gruppo, perché conseguenza della performance operativa delle previsioni e di un livello di indebitamento più basso a fine 2010. La valutazione tiene anche conto dell’aumento del Capex previsto quest’anno,rispetto ai livelli del 2010, per il lancio di nuovi modelli.

Fiat produce due terzi del proprio fatturato in Italia e in Brasile e questa limitata diversificazione geografica della produzione è considerato, di base, un elemento essenziale per la debolezza del rating attuale.

Il rating considera, come anticipato, i rischi e le opportunità legati alla partecipazione in Chrysler, tenendo conto, da un lato, che nel medio termine un’integrazione della rete distributiva potrebbe portare ad una migliore utilizzazione della capacità produttiva e, dall’altro, che qualunque investimento che porti l’azienda di Torino ad una partecipazione superiore al 35% aumenterebbe le pressioni negative sulla sua affidabilità.

Ed ora che è alta la probabilità che Fiat eserciti la call option per elevare la partecipazione in Chrysler oltre il 50%, eventualità in precedenza esclusa da Moody’s, il rischio che venga minato l’attuale rating e si vada ad infierire ulteriormente sull’outlook negativo sembra dietro l’angolo.

Un investimento cash di Fiat, ad esempio, per esercitare l’opzione sul 16% potrebbe già portare ad un downgrade.

Intanto l’azienda italiana rischia di dover rinunciare a circa 41 milioni di finanziamenti pubblici che la Polonia garantirebbe a una delle controllate del Lingotto operante nel Paese est-europeo. La Commissione Europea ha infatti aperto ieri un’inchiesta formale sugli aiuti che Varsavia intende accordare al gruppo.

Marco Notari