Secondo una nota dell’agenzia ASCA, negli ultimi anni la popolazione carceraria in Venezuela e’ cresciuta notevolmente, toccando i 44.500 detenuti: si tratta di un picco di sovraffollamento mai raggiunto prima nel paese. A lanciare l’allarme il ministro dell’Interno venezuelano, Tareck El Aissami, in un rapporto presentato al parlamento, all’interno del quale lo stesso ministro ha auspicato ”maggiore impegno per riformare il sistema giudiziario” del paese.Venezuela e’ in grado di ospitare solo 15 mila detenuti. Stando ai numeri dell’associazione, inoltre, il massiccio affollamento degli istituti penitenziari e’ una delle cause principali della violenza nelle carcerari, ”con 366 morti nel 2009, e 221 detenuti uccisi nella prima meta’ del 2010”
Secondo il gruppo di controllo non governativo OVP, tuttavia, il sistema carcerario in
Sono in molti ad essere convinti che la situazione non cambierà a breve dal momento che, buona parte della popolazione carceraria, è composta da persone il cui unico reato è quello di aver partecipato a manifestazioni antigovernative o di aver espresso pubblicamente il proprio disaccordo. La vita all’interno di queste strutture fatiscenti è disumana.
“Si dorme sempre con un occhio chiuso e un occhio aperto – raccontano due detenute italiane – il rischio è permanente. La vita in carcere è una lotta per non soccombere” Così racconta Enza, detenuta nel centro femminile Inof di Los Teques. “Nel bagno ci sono i seprenti, non c’è il water, né il lavandino. Non c’è luce elettrica” Questo avviene a Los Teques, che è una cittadina limitrofa alla capitale.
Le nuove arrivate vengono chiamate ‘carne fresca’ racconta la detenuta che è originaria di Napoli e in Italia l’aspettano due figli.
Cosmo de La Fuente