Da poche settimane nelle sale cinematografiche italiane è arrivato “Qualunquemente”, il film diretto da Giulio Manfredonia che ha suscitato nel pubblico un riso amaro. Tuttavia Antonio Albanese, al festival di Berlino, tiene a precisare che non si tratta di una pellicola politicamente schierata, ma, al contrario, essa rappresenterebbe “solo un bellissimo omaggio al nostro paese“.
Per chi non ha visto il film in questione, esso è ambientato in una piccola cittadina della Calabria. Qui un aspirante sindaco si prepara a sostenere la sua campagna elettorale con l’obiettivo di riportare la legalità nel paese, logorato ormai da molto tempo dalla criminalità locale. La minaccia di un ritorno alla legalità spinge Cetto La Qualunque, uomo volgare e latitante da molti anni, a ritornare in patria con la nuova compagna brasiliana e una bimba piccola, sua figlia, per contrastare le intenzioni dell’aspirante sindaco. Sullo sfondo dei problemi familiari, Cetto e la sua banda architettano una strategia elettorale per assicurarsi la vittoria. Chiameranno, così, uno strano ometto proveniente da Milano, che ha la fama di aver curato l’immagine di molti uomini illustri.
Il film, scritto da Piero Guerrera e Antonio Albanese e che riprende un popolare personaggio televisivo interpretato dallo stesso Albanese, mette sulla scena vicende di illegalità che non sono semplicemente il frutto della fantasia, ma che traggono spunto dalla realtà di molti paesi della nostra Italia. Tuttavia, in occasione del festival di Berlino, Antonio Albanese difende “Qualunquemente” da ogni collegamento con la cronaca politica recente, approfittando dell’incontro stampa per la presentazione del film di Giulio Manfredonia che è nella sezione Panorama e che ha già suscitato l’interesse della stampa straniera. Per lui il film, che nelle sale italiane ha riscosso un notevole successo, pur non superando le alte vette raggiunte dal nuovo film di Checco Zalone, “è solo un bellissimo omaggio al nostro paese”.
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Simona Leo