Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, in un incontro con la stampa estera, ha affermato che in Europa “in questo periodo abbiamo un problema di banche, non di debiti pubblici, una crisi di criticità di asset bancari”, aggiungendo che i leader europei dovrebbero avere “il coraggio di ammettere con i propri cittadini che si sta cercando di salvare le banche” per evitare rischi sistemici.
La Germania, primo contribuente europeo, si auspica che entro marzo i capi di Stato e di governo dell’Unione europea concordino norme più stringenti sui conti pubblici e in cambio si è dichiarata pronta a rafforzare le capacità finanziarie dell’European Financial Stability Facility, il fondo per il salvataggio dei Paesi dell’eurozona in difficoltà.
Se passasse una versione troppo rigida del criterio del debito, l’Italia, che ha il secondo rapporto debito pubblico/Pil più alto dell’eurozona dopo la Grecia ma una scarsa esposizione verso i paesi periferici, rischia correzioni dei conti pubblici di ingenti proporzioni e, per questo, chiede che l’attenzione si sposti dalla finanza pubblica a quella privata.
In virtù di questa analisi, per Tremonti l’Italia condivide il piano di austerity proposto da Germania e Francia ed è pronta a partecipare al rafforzamento del fondo di salvataggio dell’eurozona ma a patto che venga tenuto debito conto che l’origine della crisi finanziaria Ue sia nelle banche e non nel debito pubblico.
“Non facciamo discorsi egoistici del tipo siamo meno esposti di voi e quindi contribuiamo di meno. Noi vogliamo contribuire in ragione della nostra quota di partecipazione al capitale della Bce del 13%”, ha affermato il ministro dell’Economia italiano.
Per l’Italia, infatti, “va assolutamente bene” il patto sulla competitività franco-tedesco che prevede l’abolizione dell’indicizzazione dei salari, l’innalzamento dell’età di pensionamento, l’introduzione a livello costituzionale di un vincolo sul debito e un’aliquota fiscale minima per le imprese, ma occorre coinvolgere di più gli altri Paesi dell’Unione e aggiungere la “specifica che la crisi è scoppiata nell’area della finanza privata”.
“Guarderemo al Pil e all’andamento della lotta all’evasione fiscale, ci impegniamo alla disciplina di bilancio”, ha aggiunto Tremonti, che, intervenendo anche sulla candidatura di Mario Draghi alla guida della Bce, ha dichiarato “Siamo convinti che la candidatura italiana sia un’ottima candidatura…sotenuta dal Governo”.
Marco Notari