Le malelingue si fanno sempre più insistenti. Stando alle cronache riportate dai più maliziosi, infatti, l’Assemblea costituente in atto a Milano per dare forma al movimento finiano starebbe mettendo in luce le prime discordie interne.
In attesa di conoscere il contenuto del discorso conclusivo che verrà pronunciato domani dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, i futuristi si starebbero già “scornando” sugli incarichi da affidare, palesando scarsa univocità sulla definizione dell‘organigramma e sulla scelta di un segretario da porre al timone del movimento.
Il nome di Italo Bocchino risulta tra i più “gettonati” ma i finiani moderati starebbero tentando in ogni modo di osteggiare la sua candidatura proponendo di optare per una scelta meno oltranzista (come quella di Benedetto Della Vedova o di Adolfo Urso). Tra le soluzioni ipotizzate anche la possibilità di eleggere un direttorio collegiale, capace di consegnare all’esterno l’immagine di un partito insofferente ai cesarismi e ai leaderismi insidiosi.
Le nebbie, insomma, sarebbero ancora fitte; per questo Gianfranco Fini avrebbe deciso di convocare una riunione volta a trovare la quadra. Un vertice a porte chiuse nel corso del quale passare in rassegna le varie proposte per riferire domani, nella giornata conclusiva della Costituente, una scelta univoca e convinta degna di un partito coeso e compatto.
Intanto a smentire l’esistenza di tensioni sulla scelta del segretario è stato Italo Bocchino in persona: “L’importante è che ci sia una linea politica chiara e una governance altrettanto chiara – ha detto – Non è vero che Fli si sta dividendo sull’organigramma, è il momento di fare squadra. Questa sera penso che Fini ci darà una indicazione da recepire, io sono minoritario, mi atterrò alle decisioni che prenderà l’Assemblea costituente, visto che – ha concluso – siamo un partito aperto e libero“.
Mentre a fornire i primi commenti al vetriolo sul meeting ci hanno pensato due ex sodali di Fini come Francesco Storace e Silvano Moffa. “Ascoltare gli interventi finiani – ha detto l’ex governatore del Lazio e leader della Destra – è uno spasso. In una specie di training autogeno, ripetono ossessivamente la parola destra, sembrano orfani“.
“La primavera politica di cui parla Fini non mi convince – ha affondato Moffa, approdato dopo una breve permanenza in Fli al gruppo di Iniziativa responsabile – e non ho nostalgia per chi sta a Milano. Ormai il loro è un ruolo di nicchia che tende a esaurisi, avendo perso anche appeal nel campo dell’innovazione della politica. Se non vanno a rimorchio di Casini – ha concluso – non hanno futuro”.
Maria Saporito