Segnali incoraggianti dall’Ecofin riunitosi ieri a Bruxelles.
Alla conferenza stampa dei vertici del Consiglio di Economia e finanza, infatti, i ministri dell’economia e delle finanze degli Stati membri si sono dichiarati fiduciosi circa gli sviluppi delle politiche che il Consiglio ha promosso durante questi mesi di crisi, specie in merito alla cooperazione internazionale che ha consentito di focalizzarsi sulla disciplina fiscale e sulla creazione di posti di lavoro.
Il principio guida dei ministri europei dell’Economia resta creare l’equilibrio di bilancio per far si che l’Europa possa crescere più velocemente, anche se per la crescita, come tutti sostengono all’unanimità, è necessario un aumento della competitività.
Il commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn, ha lanciato un appello agli Stati membri chiedendo “più coraggio” sulla stretta dei debiti pubblici e sottolineando la necessità di prevedere nel Patto Ue di stabilità e di crescita un “benchmark numerico” che indichi di quanto dovrà scendere ogni anno il debito in eccesso. La proposta della Commissione prevede un ritmo di discesa nell’arco di tre anni di un ventesimo l’anno del debito che eccede il 60%.
“Mi appello a tutti gli Stati membri – ha detto Rehn intervenendo alla riunione dell’Ecofin – perché nelle prossime settimane si riescano a superare gli scogli che ancora esistono sul fronte della risposta complessiva da dare alla crisi”. Il commissario Ue, inoltre, ha spiegato come uno delle questioni più spinose resti “il braccio correttivo del Patto europeo di stabilità e di crescita, con l’esigenza di rendere realmente operativo il criterio del debito pubblico attraverso la fissazione di un benchmark numerico”. “Stiamo facendo importanti passi decisivi ma serve più audacia. E per questo mi appello a tutti gli Stati membri, che devono dare prova di un nuovo impegno” – ha aggiunto.
“Non ci sarà accordo su niente se non c’é accordo su tutto”, ha affermato, riferendosi ai debiti pubblici, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti durante la conferenza stampa al termine dell’Ecofin.
“L’Italia – ha aggiunto – è a favore di una maggiore disciplina sul fronte del debito pubblico, ma non pensa che venga presa in considerazione anche la finanza privata dei Paesi”. Per il ministro italiano, però, “alla fine la posizione dell’Italia passerà”.
Per quanto riguarda la predisposizione del nostro Paese ad accettare la ‘regola del ventesimo’ proposta dalla Commissione Ue, Tremonti ha risposto: “Vogliamo che dal 2015 oltre ai numerelli scritti si prendano in considerazione tutti i fattori rilevanti che incidono sulla situazione di un Paese, in modo da non considerare quei numeri automatici”. E sui ‘fattori rilevanti’ (debito privato, andamento della spesa pensionistica, esposizione del sistema bancario alla situazione del mercato immobiliare, etc.) Tremonti si è detto sicuro che ormai ci sia l’unanimità tra gli Stati membri. “I prossimi Consigli europei si chiuderanno quindi in modo molto positivo per l’Italia sul fronte del debito pubblico. Ci si può scommettere”.
“Siamo convinti – ha continuato il ministro – che un equilibrio sarà trovato sulla proposta della Commissione Ue, che prevede solo dal 2015 la configurazione del nuovo Patto di stabilità e di crescita. E contiene un compromesso suggerito dall’Italia. Il debito pubblico è importante, ma contano anche altri fattori. Perché per verificare la stabilità del debito pubblico devi valutarne il livello, la dinamica ma anche l’ambiente in cui è posizionato quel debito”.
Marco Notari