Il 17 marzo sarà festa nazionale, ma non sono mancate e non mancheranno certo le polemiche. Dopo che i ministri leghisti non hanno votato il provvedimento, si scatena l’ira dell’opposizione.
Il primo a rispondere alla spaccatura della maggioranza, su un tema caro agli Italiani è proprio Bersani, che pochi giorni fa aveva teso la mano al carroccio sul federalismo.
“E’ veramente una vergogna avere un governo che riesce a spaccarsi su cose di questo genere. E’ un calcio negli stinchi al paese. E’ la testimonianza in più che noi ora non abbiamo un governo e un presidente del Consiglio in grado di dare una rotta al paese”.
“Che ci si sia dovuti ridurre al 18 febbraio per decidere sulla festa del 17 marzo per celebrare il centocinquantenario dell’unità, decisa dal parlamento lo scorso giugno, testimonia dello stato confusionale del governo. Governo sotto l’influenza della Lega, sempre tiepida rispetto a questo anniversario“.
Lo afferma il deputato del Pd Enrico Farinone, vicepresidente della commissione affari europei.
Dario Franceschini, presidente dei deputati Pd, in una nota afferma:
“Altro che 325 deputati! La maggioranza è a pezzi, divisa politicamente e senza più la coesione e i numeri per governare, come oggi si è visto dalla spaccatura in consiglio dei ministri e dall’impossibilita di procedere nelle commissioni affari costituzionali e bilancio sul milleproroghe. Esiste un paese al mondo in cui la maggioranza di governo non è d’accordo nemmeno sui festeggiamenti per l’Unità nazionale? Il consiglio dei ministri è stato costretto a decidere, molto tardivamente, e a spaccarsi soltanto per l’iniziativa del Pd, che ha presentato una mozione alla Camera per riconoscere il 17 marzo come festa nazionale a tutti gli effetti. Mozione che sarebbe andata al voto la prossima settimana, facendo esplodere in aula le divisioni tra Lega e Pdl che si sono viste in Consiglio dei Ministri. Nelle stesse ore la maggioranza è stata costretta a un umiliante autostruzionismo sul decreto milleproroghe per evitare di essere battuta nei voti sugli emendamenti. Non hanno più la forza politica e numerica per governare l’Italia e ogni giorno in più del governo Berlusconi è un danno per il paese“.
Più dura la reazione dell’Italia dei valori.
“Le celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia sono state calpestate e svilite da questo governo, apparso sempre più in difficoltà di fronte ai diktat leghisti. Il Cdm di oggi ha reso evidenti le spaccature dell’esecutivo, che ormai sta in piedi solo per onor di poltrona. Il decreto scrive la parola fine al balletto indecente di quanti sono stati capaci di polemizzare su un valore assoluto e indiscutibile come l’Unità d’Italia, speculando addirittura sulla crisi economica. Anche in questa vicenda il governo ha offerto ai cittadini uno spettacolo indegno con Bossi e i ministri leghisti che evidentemente hanno dimenticato di aver giurato sulla Costituzione e rinnegano la storia, il sacrificio dei nostri padri e i valori fondanti di questo Paese. E’ una vergogna”.
Sempre dell’Idv l’intervento di Belisario: “Sulla festa per i 150 anni dell’Unità d’Italia la Lega è uscita finalmente allo scoperto: la crisi non c’entra niente, dietro l’ostilità del Carroccio c’è e c’è sempre stata solo la voglia di secessione ribadita in modo osceno da Borghezio. Per questo Bossi e Calderoli hanno usato l’arma del ricatto e hanno sollevato assurde e indecenti polemiche sulle celebrazioni del prossimo 17 marzo”.
Matteo Oliviero