Gli Usa sono pienamente impegnati ad “adottare rapidamente” le nuove regole di Basilea3 nel mondo creditizio/bancario. È il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, ad affermare gli intenti statunitensi nel corso di un intervento al seminario Eurofi preparatorio ai lavori del G20.
Il numero uno della Fed ha riconosciuto che lo schema normativo in adozione renderà “più stabile” il sistema finanziario internazionale, anche se “resta ancora molto da fare” sulle regole che disciplinano il sistema bancario globale.
Durante l’intervento, Bernanke ha rimarcato il fatto che i tassi di cambio devono riflettere i fondamentali economici dei Paesi, sostenendo, in linea con le maggiori istituzioni monetarie internazionali, che il mantenimento del cambio su livelli bassi genera squilibri macroeconomici.
Il presidente della Fed si rivolge anche ai Paesi emergenti, oggetto di fortissimi afflussi di capitali che mettono però pressione al rialzo sulle valute e sull’inflazione. “E’ possibile gestire i flussi di capitali verso i Paesi emergenti”, ha dichiarato, infatti, Bernanke che, di fronte alle critiche che il basso costo del denaro crei pressioni inflazionistiche su base mondiale, ha nuovamente difeso la politica statunitense dei tassi d’interesse, ancora ancorati ai minimi record e vicini allo 0%. “Il resto del mondo è interessato alla ripresa dell’economia americana che i bassi tassi d’interesse stanno favorendo”.
“Le economie emergenti hanno un forte interesse che ci sia un continuo recupero economico dei Paesi avanzati” ha continuato Bernanke, aggiungendo poi che “le politiche monetarie accomodanti nelle economie avanzate sono destinate a promuovere la ripresa”.
Bernanke ha poi lanciato una nuova frecciata alla Cina, sostenendo che la decisione di Pechino di mantenere la propria moneta in maniera artificialmente bassa ha contribuito “ad un modello di spesa globale che sbilanciato e insostenibile”.
Marco Notari