Come ogni anno, il week end dedicato all’All Star Game è occasione per un primo bilancio della stagione NBA in corso. Il 2010-2011 arriva dopo quella che sarà ricordata come l’estate dei free agent (gli ‘svincolati’), con LeBron James e Chris Bosh che hanno raggiunto Dwyane Wade a Miami, con l’obiettivo dichiarato di puntare al titolo; Stoudemire che si è accordato con i Knicks e Boozer con i Bulls. C’era dunque molta attesa per una stagione che, fino ad ora, non ha certo deluso le aspettative.
EASTERN CONFERENCE. Guidano la Eastern anche quest’anno i Boston Celtics dei ‘Big Three’ Pierce, Garnett, Allen (recentemente diventato il giocatore con il maggior numero di tiri da tre realizzati nella storia, superando la leggenda Reggie Miller) e del playmaker Rajon Rondo, alla miglior stagione della carriera. Dopo un inizio difficile si sono ampiamente ripresi i Miami Heat, che sembrano destinati a superare i Celtics al primo posto, visto il trend positivo degli ultimi mesi. Wade e James si stanno dimostrando capaci di coesistere, non si pestano (troppo) i piedi, e hanno trovato un giusto equilibrio grazie anche al lavoro del forse troppo discusso coach Spoelstra, che ha fatto degli Heat la miglior difesa del campionato, insieme a quella dei Bulls.
Ma la vera rivelazione ad est, quest’anno, è proprio rappresentata dai Chicago Bulls di Derrick Rose, primo candidato alla vittoria dell’MVP (miglior giocatore) dell’anno. I suoi Bulls, nonostante gli infortuni di Boozer prima e di Noah poi, hanno trovato l’alchimia giusta, grazie anche al lavoro sulla fase difensiva di coach Thibodeau, alla sua prima esperienza come head coach e che in pochi aspettavano a questi livelli. I Bulls sono considerati la vera mina vagante a Est, e nei playoff contro di loro sarà dura per tutti. Si contendono il quarto posto, e quindi il vantaggio del fattore campo nei playoff, Orlando e Atlanta, due parziali delusioni: i Magic hanno rivoluzionato la squadra a dicembre, cedendo Vince Carter e Rashard Lewis, entrambi ai ferri corti con il leader Howard, in cambio di Richardson e Arenas, non ancora però ai loro livelli. Gli Hawks poi rimangono un’incompiuta: il talento non manca, ma i risultati non sono all’altezza delle aspettative.
I Knicks di D’Antoni e Gallinari stanno disputando una discreta stagione (sono ampiamente in corsa per i playoff), soprattutto grazie al rendimento di assoluto livello di Amar’e Stoudemire, pupillo di D’Antoni e terminale offensivo della squadra della capitale. Il problema delle squadre di D’Antoni rimane sempre la difesa, ma non è certo una novità. Le altre squadre che disputeranno i playoff si decideranno probabilmente nelle ultimissime giornate: fra i contendenti non ci saranno i Toronto Raptors di Andrea Bargnani, a cui però non si può rimproverare -quasi- nulla, visti i suoi oltre 20 punti di media. Sono invece loro malgrado entrati nella storia i Cleveland Cavaliers, che orfani di Lebron sapevano che avrebbero trascorso un’annata difficile, ma che hanno sorpreso in negativo tutti, inanellando 32 sconfitte consecutive, nuovo record NBA.
Jacopo Di Falco