”Già due anni fa noi abbiamo visto la profondità e la permanenza di questa crisi e abbiamo visto perfettamente il collegamento tra questa crisi economica e sociale, nella quale noi paghiamo il doppio in temini di recessione rispetto ad altri paesi europei, mentre nei primi cenni larvati di ripresa noi corriamo per meno della metà”.
Nel suo intervento alla Conferenza nazionale delle donne democratiche, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani indica gli aspetti politici e sociali cruciali nella situazione italiana e il punto decisivo per la vittoria o la sconfitta non solo del Partito Democratico, ma di tutte quelle forze politiche che si propongono di riformare il Paese.
”Abbiamo visto – spiega Bersani- il collegamento tra questa dinamica di decadenza – la si chiami come si vuole ma è la perdita di contatti con il nostro riferimento che sono le aree forti d’Europa – che vuol dire che si è in un processo di scivolamento. E questo processo di scivolamento – aggiunge – è intimamente connesso con il rapporto fra questione democratica e questione sociale”.
”Batto su questo chiodo – sottolinea il leader democratico – perché corrisponde alla realtà e perché è il modo di aggregare tutte le forze del cambiamento, quelle che hanno a cuore il problema democratico e quelle che vivono acutamente il grande tema sociale”.
”Su questo nesso – avverte Bersani – c’è la nostra vittoria. Sulla separazione di questo nesso c’è la nostra sconfitta. Ed è la verità perché il meccanismo di deformazione della democrazia che abbiamo vissuto in questi anni ha mostrato la sua impossibilità strutturale a decidere per il cambiamento necessario”.
”Questo meccanismo populista, plebiscitario che Berlusconi ha interpretato e che non può essere messo in burletta, e lo dico anche ai nostri interlocutori europei, rivela un fatto di fondo – continua il numero uno del Pd -, ci sono politiche di destra antifiscali e antisociali, antimmigrazione, che ci sono anche altrove e che sono penetrate profonamente nel nostro paese, sotto la guida di Berlusconi e della Lega, e c’è un meccanismo populista emerso anche in altri paesi d’Europa ma che solo da noi ha preso il comando: non c’è nessun concorrente a destra di questo governo e non c’è nessun concorrente populista fuori da questo governo. Questa è la particolarità che è entrata in vena”.