Sanremo 2011: dopo ‘L’Osservatore’ anche ‘Avvenire’ plaude a Benigni

“Ci voleva anche un po’ di coraggio, in questo febbraio 2011, per esortarci all’allegro orgoglio di appartenere al luogo in cui viviamo, al popolo da cui veniamo; per dirci che ‘occorre volere bene al Paese in cui siamo nati'”.

Dopo l”Osservatore Romano‘, anche ‘Avvenire‘ esprime parole di gratitudine a Roberto Benigni e alla sua performance a Sanremo.

Benigni, scrive il quotidiano dei vescovi in un editoriale a firma di Marina Corradi, “ha avuto questo coraggio, in tempi in cui da tv e giornali ci si rovesciano addosso ogni giorno cronache di miserie e insulti”. In fondo, si legge ancora sul quotidiano dei vescovi, l’attore toscano, “ci ha ricordato ciò che spesso avvertiamo senza dircelo: la coscienza della cultura e della ricchezza e della bellezza di questo Paese, di ciò che ha dato, di ciò che è. Ha preso voce sul palco dell’Ariston quella sorta di tacita contentezza che proviamo quando, venendo da lontano, le ruote dell’aereo toccano terra e siamo tornati in patria; e con tutti i nostri vizi e scandali, sappiamo in fondo che non cambieremmo questa terra con nessuna”.

Quanto all‘inno d’Italia a cappella intonato da Benigni, l’Avvenire dice che “è sembrata una preghiera. Una sommessa preghiera per l’Italia. E davanti allo schermo si è rimasti zitti”.

Come detto, ieri anche l’Osservatore Romano aveva espresso un giudizio positivo sul discorso di Benigni al Teatro Ariston di Sanremo. ”Ogni volta che viene riproposto in televisione il film ‘L’attimo fuggente’ di Peter Weir, o che Roberto Benigni appare in televisione, come è accaduto giovedì al Festival di Sanremo, sulle schiene degli educatori deve correre un brivido di terrore – ha scritto il quotidiano della Santa Sede – Ogni volta, infatti, si dimostra che è possibile offrire la bellezza a chiunque, che il bello è utile per capire il mondo (il nostro, non quello coevo degli autori dei capolavori), perché quello che è bello spesso è anche vero, autentico”.

Raffaele Emiliano